Il programma illuminista di Marotta
Da via Partenope si sale a Palazzo Serra di Cassano, passando davanti al palazzo Reale, con uno sguardo giù all’ingresso del tunnel, poi si attraversa diagonalmente piazza Plebiscito con le molte coppie di sposi e annessi fotografi, e arrancando con un po’ di fatica per via Monte di Dio, in una giornata di fine d’estate, da far sudare come nella salita all’Olimpo, ci si lascia dietro la vita pulsante dei piccoli negozi, le botteghe degli artigiani e il fragore dei troppi motorini. Entrando per l’ingresso secondario del Palazzo Serra di Cassano, si imbocca il grande scalone, ed ecco che – ancora prima di entrare nell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, scopo della nostra ascesa – vien fatto di confrontarsi con la storia napoletana: i martiri del 1799, i combattenti per la libertà, per la Repubblica Napoletana. Il massacro avvenne duecento anni fa e da allora il portone principale del Palazzo è chiuso in segno di lutto, di vergogna e di sdegno per la repressione della libertà repubblicana. Quando sarà riaperto? Quando queste libertà non saranno più in pericolo.
Ma anche nelle moderne democrazie d’Europa, anche dopo il 1989, la difesa delle libertà repubblicane non è assicurata. I diritti dell’uomo e i diritti dei popoli sono in pericolo anche in democrazie robuste come in Italia e in Germania: lo dimostra anche il modo in cui si tratta il problema dei profughi. Il compito dell’Europa illuminata, quello di assicurare le libertà democratiche, di rendere possibile una vita autonoma, una cultura libera, ma anche quello di realizzare l’economia di un’Europa pacifica, è per gran parte non assolto. Forse è impossibile assolverlo. Ma il tentativo dev’essere continuamente rinnovato! Questo è uno degli insegnamenti che l’avvocato Marotta trasmette a coloro che lo hanno ascoltato e hanno letto i suoi scritti.
Simile a lui dovette essere quel cavalier Filangieri, del quale Goethe con tanto rispetto e lode dà notizia nel suo diario, nella pagina che porta la data del 5 marzo 1787, scritta a Napoli: uno «di quegl’uomini degni di ammirazione che hanno sempre presente la felicità degli uomini e la loro libertà». La profonda conoscenza della filosofia e della storia europea e l’impegno politico nel presente formano quella complessità che, non solo in Napoli, ma anche lontano da Napoli appare straordinaria, e che suscita profonda ammirazione per Gerardo
Marotta.
Sullo storico terreno dell’antica Neapolis, la storia della filosofia europea è presente. Per i filosofi di altri paesi è questo un motivo di grande attrazione, ma altrettanto lo è l’Istituto e il suo spiritus
rector. In nessun altro luogo le condizioni per uno scambio di idee in Europa e oltre l’Europa sono così favorevoli come nel Palazzo Serra di Cassano. L’Istituto si prodiga con i suoi seminari internazionali, conferenze e incontri, con l’edizione delle sue collane non solo in italiano ma anche in tedesco, francese, inglese, spagnolo ecc., per promuovere la circolazione delle idee in Europa, per allargare a tutta l’Europa l’orizzonte del discorso filosofico. È un progetto al quale molti collaborano, ma il merito della sua realizzazione è di Gerardo
Marotta.
Questo progetto, illuminando il significato e l’essenza dell’Europa da un punto di visto spirituale, non è però estraneo al mondo. L’enfasi della libertà individuale e dell’emancipazione illuminata non è relegata nell’ambito del pensiero. Non si tratta solo di distruggere con il pensiero le costrizioni estranee
(«die fremden Zwänge kapputtzudenken», come ben dice Immanuel Wallerstein; pensatori post-moderni preferirebbero il più nobile concetto di “decostruzione”): si tratta di operare concretamente, “politicamente”. Così l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici ha organizzato diverse conferenze sul tema della “crisi dell’Università” con scienziati e politici di diversi paesi europei.
Uno degli interessi fondamentali dell’Istituto è la ricerca, e non solo nell’ambito degli studi filosofici, come l’avvocato Marotta ha dimostrato con il suo impegno per il Mezzogiorno d’Italia. Così la tradizione della filosofia occidentale si connette al Sud d’Italia ed ai problemi del suo attuale sviluppo. Il punto di riferimento del pensiero di Gerardo Marotta è l’Europa illuminata, democratica e repubblicana. Ma questo suo punto di riferimento non è ancora vincente nell’Europa della fine del ventesimo secolo; contro la grande tradizione dell’illuminismo agiscono forze
fondamentaliste, nazionaliste ed etnicistiche. Sull’altro versante vediamo agire un puro economicismo, privo di spirito, che concepisce l’Europa come una sorta di
Euroland, con tanto di mercato, dove gli imprenditori ottimizzano gli utili e gli azionisti le rendite. E il tutto è intanto soltanto virtuale, cosicché la vera agorà, nella quale vengono scambiate non solo merci ma anche idee, trova ancora un luogo soltanto a Napoli. L’Europa democratica, illuminista e repubblicana deve dunque essere difesa e costruita sempre di nuovo contro chi vi si oppone esplicitamente, ma anche contro l’indifferenza e la pigrizia. Particolarmente pericolosa appare oggi un’alleanza di fondamentalismo ed economicismo.
Di conseguenza importantissimi sono i “corsi di Napoli” che la Fondazione Internazionale Lelio Basso per i Diritti dei popoli e l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici organizzano ogni anno: studiosi di diversi paesi europei s’incontrano per confrontarsi a Napoli con la dimensione giuridica, sociale, economica e politica dei diritti dell’uomo e dei diritti dei popoli. Dunque l’Europa come progetto dell’apprendere e del conoscersi, come un progetto di ricerca che non sarà mai concluso. Forse perciò il portone principale di Palazzo Serra di Cassano dovrebbe rimanere ancora chiuso, per rendere evidente che la Repubblica non è finita, che per il suo mantenimento e il suo ampliamento occorre combattere. Anche duecento anni dopo la Rivoluzione napoletana.
L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici è dunque simbolo e luogo dell’impegno degli intellettuali europei per i diritti e le libertà degli uomini, in Europa e ovunque nel mondo. In un discorso tenuto il 6 giugno 1996 in uno dei colloqui sulla ricerca in Europa, Gerardo Marotta citava il messaggio di Hans-Georg
Gadamer: «andate avanti, amici dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Cercate di risvegliare l’autoconsapevolezza dell’Europa che oggi non ha coscienza di se stessa e dei suoi compiti». A questo messaggio ci si può associare. Che l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e l’avvocato Marotta possano continuare ad operare per ulteriori produttivi stimoli! L’Europa intellettuale e politica ne ha bisogno perché la sua esaltazione economica non la porti alla paralisi, e per non esser trascinata nel vortice dell’antilluminismo superficiale e semplicistico.
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