La funzione internazionale dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
È stato per me un gran piacere visitare per la prima volta l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, un centro di studi dotato di un’eccellente biblioteca e di tutti gli strumenti necessari per rigorose indagini filosofiche. Sono stato particolarmente impressionato dalla nuova Scuola di Studi Superiori che, appena sarà trasferita nella nuova, ampia e definitiva sede ai
Girolamini, potrà svolgere la sua funzione educatrice in maniera ancora più adeguata.
Il livello degli studenti che hanno frequentato il mio corso era veramente alto, ed è stato per me un piacere incontrare giovani così preparati e così interessati ad approfondire lo studio delle varie discipline filosofiche. Se poi considero gli altri corsi, c’è di che rimanere impressionati, come del resto si rimane stupefatti per il numero e la qualità delle pubblicazioni promosse dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
Centri di studio come l’Istituto costituiscono parte importante dell’odierna vita intellettuale europea. Non hanno soltanto gran valore per i loro membri permanenti e per i loro borsisti, ma funzionano come veri e propri centri intellettuali per i molti altri studiosi che li frequentano per specifici scopi di ricerca. Fra le numerose istituzioni con cui ho familiarità vorrei menzionare il Warburg Institute di Londra e l’Institute pour la recherche et l’histoire des textes di Parigi. Il primo, di cui sono membro, fu fondato originariamente come istituto e biblioteca privata ad Amburgo, prima di trasferirsi a Londra nel 1933: quindi, nel 1944, divenne parte dell’Università di Londra. Il nostro Istituto accoglie neolaureati e ricercatori interessati ai vari campi in relazione con la “storia della tradizione classica”. Accettiamo studenti che conducono ricerche, organizziamo seminari e lezioni, curiamo una serie di pubblicazioni. Conosco meno bene l’Istituto parigino, ma sono stato molto impressionato, nel corso di una recente visita, dalla sua ottima organizzazione, dalla disponibilità dei dirigenti e dalle ottime condizioni di lavoro che è in grado di offrire ai suoi ospiti.
Per quanto ne so, non esistono Istituti con finalità internazionali che operino nel campo della storia generale della filosofia. L’Istituto di Napoli è probabilmente il primo del genere. Specialmente oggi, quando la storia della filosofia viene sempre meno studiata in Europa (l’Italia è in questo campo una felice eccezione), è molto incoraggiante vedere che a Napoli si è messo mano a un’impresa del genere.
Se mi è consentito dare suggerimenti sul futuro sviluppo dell’Istituto, vorrei dire quanto segue. Prima di tutto l’Istituto potrà svolgere un ruolo internazionale – pur continuando a intrattenere un rapporto specifico con la filosofia italiana (in particolare di quella del meridione d’Italia) – grazie ai fondi della sua biblioteca e delle altre biblioteche locali. L’aspetto internazionale si riflette nell’utilizzazione dell’Istituto da parte di studenti e professori di filosofia di molti paesi. In secondo luogo, vorrei suggerire che lo studio della filosofia abbracciasse un ambito il più ampio possibile. In vari periodi la filosofia ha avuto relazioni strette con la scienza, la medicina, la teologia, la storia, il diritto. Per esempio, gl’intensi legami fra filosofia e teologia e medicina durante il Medioevo sono evidenti, come lo sono quelli fra storia e filosofia in importanti figure napoletane, quali Vico e Croce. Ciò che impoverisce alcuni lavori recenti di storia della filosofia è la mancanza del riconoscimento di questo fatto. Pertanto è molto auspicabile che l’Istituto fornisca, in misura sempre maggiore, i più ampi strumenti d’indagine filosofica.
Napoli mi sembra una sede eccellente per l’Istituto, sia per la sua lunga e
varia tradizione nel campo della filosofia, sia per le risorse di studio
disponibili sul posto.
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