Napoli, 15 settembre - 2
ottobre 2008, ore 9.00-13.00
PSICOLOGIA E SICUREZZA STRADALE
In collaborazione con l’Ordine degli Psicologi della
Campania
- Lunedì 15 settembre
Max Dorfer:
Efficacia degli interventi psicologici
nell’ambito della sicurezza stradale
Giovani conducenti e persone con alto numero di
infrazioni
Interventi di prevenzione e di driver
improvement rivolti a conducenti a rischio
- Giovedì 18 settembre
Giovan Battista Tiengo:
Lo psicologo del traffico in Europa e in
Italia: come, perché, con chi costruire e
realizzare un progetto in Campania
La consulta nazionale per la sicurezza stradale:
una sinergia virtuosa
Natalio Flara:
Le tipologie di intervento istituzionali,
culturali e sociali
- Giovedì 25 settembre
Rosa Migliaccio:
I fattori comportamentali e psicologici
legati alla percezione del rischio sulla strada
La gestione del rischio nell’adolescenza:
aspetti psicologici e sociali della sicurezza
viaria
Prepararsi alla guida sicura: promozione del
benessere sulla strada
- Giovedì 2 ottobre
Maria Piccirillo:
La psicologia e la sicurezza stradale a
scuola
Conduzione di focus-group sulla sicurezza
stradale a scuola: interventi e metodo
Progettazione di interventi educativi sulla
sicurezza stradale dalla scuola materna alla
scuola secondaria superiore
Comune di Castiglioncello
Castiglioncello, 22-26 September,
2008
Fourth International Conference
DICE2008 – DECOHERENCE, INFORMATION COMPLEXITY
AND ENTROPY
from quantum
mechanics through complexity to spacetime the role
of emergent dynamical structures
In collaborazione con
l’Università di Pisa, la Fondazione Domus Galileiana
di Pisa, l’Università di Salerno
Comitato organizzatore:
L. Diosi (Budapest); H.T. Elze (Rio de
Janeiro); L. Fronzoni (Pisa); J. Halliwell
(Londra); G. Vitiello (Salerno).
Comitato internazionale:
S. Adler (IAS, Princeton), T. Arecchi
(Firenze), J. Barbour (Oxford), 0.
Bertolami (Lisbon), I. Bialynicki-Birula
(Warsaw), G. Casati (Corno), L. Davidovich
(Rio de Janeiro), C. Grebogi (Edinburgh),
S. Haroche (Paris), J. Hartle (Santa
Barbara), C. Isham (London), B.-L. Hu
(Maryland), C. Kiefer (Cologne), N.
Mavromatos (London), J. Rafelski
(Arizona), C. Rovelli (Marseille), D.
Stein (New York), M. Tegmark (MIT,
Cambridge), C. Tsallis (Rio de Janeiro),
G. Veneziano (CERN, Geneva), C. Wetterich
ffleidelberg), W. Zurek (Los Alamos).
Il convegno, alla sua quarta
edizione biennale, si propone di promuovere la
discussione di fenomeni nei quali i limiti delle
teorie quantistiche di cui disponiamo si evidenzino
e producano discussioni sui fondamenti stessi di
tali teorie e su nuove prospettive applicative,
sull’esempio dell’ampio dibattito scientifico e
dell’attività di ricerca stimolati da recenti
sviluppi in ottica quantistica e nel settore del
quantum computing. Verrà dato pertanto ampio spazio
alla discussione sia dei fenomeni di decoerenza e
dell’emergenza di comportamenti classici, sia
dell’emergere di comportamenti quantistici in
sistemi deterministici classici in presenza di
dissipazione. In prospettiva, questi filoni di
ricerca possono contribuire alla comprensione dei
problemi relativi alla formulazione della
quantizzazione della gravità, di problemi di
interesse cosmologico e delle tematiche correlate
all’ottica e alla computazione quantistica. Al
convegno convergeranno esperti di particelle
elementari, di fisica della materia condensata, di
relatività generale, di cosmologia, di quantum
computing, etc. L’edizione del 2008 prevede anche
sessioni dedicate a modelli matematici del cervello
e alla loro discussione in relazione alle
osservazioni di laboratorio del comportamento di
insiemi di grandi numeri di neuroni correlati in
oscillazioni coerenti.
Roma, 22-27 settembre 2008
Scuola Napoletana del Diritto dei Popoli
LA SPECIE UMANA ALL’APPUNTAMENTO CON L’ECOLOGIA:
QUESTIONE ENERGETICA E CAMBIAMENTI CLIMATICI -
THE HUMAN SPECIES FACES ECOLOGY: THE ENERGY ISSUE
AND CLIMATE CHANGES
In collaborazione con: Fondazione Lelio Basso -
Sezione internazionale
Secoli di espansione della presa
di possesso delle risorse planetarie da parte delle
società umane giungono oggi a un appuntamento
decisivo: i cambiamenti climatici indotti
dall’aumento di concentrazione di anidride carbonica
impongono una drastica revisione dell’uso dei
combustibili fossili, ma già da tempo la questione
energetica è alla base di una geopolitica
sanguinosa.
È possibile – oltre che necessario – modificare le
produzioni, i consumi, gli stili di vita in modo da
uscire da una prospettiva di collasso traumatico
delle nostre società, ma questo implica – come le
principali accademie scientifiche chiedono con
insistenza alle sedi “di governo” mondiale – una
piena presa di coscienza da parte della politica,
oggi del tutto insufficiente. Perciò è necessaria
una diffusione di informazione e di educazione
dell’opinione pubblica e, in particolare, del suo
quadro dirigente.
Relazioni:
Giorgio Nebbia (Università di Bari):
L’ecologia come cultura della modernità
Gianni Mattioli (Università di Roma «La
Sapienza»): Introduction. The energy issue
Massimo Scalia (Università di Roma «La
Sapienza»): Climate changes
François Rigaux (Université Catholique de
Louvain): La salvaguardia del pianeta come
diritto dei popoli della terra
Gianni Mattioli (Università di Roma «La
Sapienza»): The nuclear question
Vincenzo Naso (Università di Roma «La
Sapienza»): Efficient energy use and renewable
sources
Giorgio Ruffolo (Presidente del Centro Europa
Ricerche): Ecology/Economy
Andrea Masullo (Università di Camerino) -
Guido Cosenza (Università di Napoli «Federico II»):
Human societies as organisms in the light of the
general laws of ecology closing debate
Dipartimento
di Discipline Storiche della Facoltà di Lettere e
Filosofia
dell’Università degli Studi di Napoli «Federico II»
Napoli, 24-26 settembre 2008
IL COMMENTO DI ORIGENE AL VANGELO DI MATTEO
Relazioni di:
Agnès Bastit Kalinowska (Università di Metz)
Guido Bendinelli (Studio Teologico Accademia
Bolognese)
Luciano Bossina (Accademia delle Scienze -
Göttingen)
Maria Ignazia Daniela (Girota - Sede di
Bologna)
Antonio Cacciari (Università di Bologna)
Enrico Cattaneo (Facoltà Teologica Italia
Meridionale - Sez. San Luigi)
Francesca Cocchini (Università di Chieti)
Marcello Del Verme (Università di Napoli
«Federico II»)
Gennaro Luongo (Università di Napoli
«Federico II»)
Christoph Markschies (Università Humboldt di
Berlino)
Adele Monaci Castagno (Università di Torino)
Clementina Mazzucco (Università di Torino)
Antonio Vincenzo Nazzaro (Università di
Napoli «Federico II»)
Carla Noce (Università di Roma Tre)
Cristina Pennacchio (Università di Roma «La
Sapienza»)
Lorenzo Perrone (Università di Bologna)
Teresa Piscitelli (Università di Napoli
«Federico II»)
Emanuela Prinzivalli (Università di Roma «La
Sapienza»)
Andrea Villani (Università di Bologna)
Manlio Simonetti (Università di Roma «La
Sapienza»)
Chiara Spuntarelli (Università di Roma «La
Sapienza»)
Napoli, 25-26 settembre 2008
TRASFORMAZIONI NELLE DEMOCRAZIE CONTEMPORANEE:
TEORIE E PRATICHE
In collaborazione col Dipartimento di Storia
dell’Università di Napoli «Federico II»
L’obiettivo principale del
convegno è quello di richiamare l’attenzione su di
un punto: il senso politico che i processi di
mondializzazione andranno assumendo – vale a dire il
destino futuro di pace o di conflitti per il mondo
intero – sono certamente legati alle serie diverse
delle trasformazioni che si stanno realizzando
all’interno delle democrazie occidentali. Si può
prendere avvio da un’efficace espressione di Bernard
Manin: democrazia è forma di governo che si
de-stabilizza in permanenza, che dimostra però
capacità notevoli di ri-stabilizzazione, a
condizione dell’innovazione dei suoi dispositivi.
In effetti, se le trasformazioni sono fenomeni
normali all’interno degli svolgimenti storici delle
forme diverse di democrazia, bisogna prestare
attenzione a quelle tensioni particolari,
conservative o innovative, che nella contemporaneità
si configurano come il complesso multiforme delle
esperienze in gioco nelle democrazie occidentali.
Sono in campo esperienze plurali e diverse: forme di
democrazia dell’emergenza, diffusione di
governance democratica, pratiche /
sperimentazioni che sembrano volere aprire verso
ulteriori innovazioni dell’esercizio del governo
democratico (alter-démocratie, democrazia
deliberativa, democrazia partecipativa, contre-démocratie).
In sintesi, sembra che agli inizi del nuovo
millennio le democrazie occidentali presentino una
serie di trasformazioni in atto che lavorino nel
senso dell’oltrepassamento della democrazia
comunemente definita procedurale, dell’arricchimento
della cosiddetta democrazia costituzionale,
dell’apertura ad altre forme di democrazia.
Per rendersi conto del magma di cambiamenti in corso
sul piano mondiale, ed in particolare nelle aree
dove il criterio dell’esercizio democratico è
presente già da tempo, basterà riflettere sul
seguente elenco che in forma breve registra
esperienze politiche e recenti interventi
legislativi che sembrano rivestire i caratteri del
permanente ricorso a misure emergenziali; si tratta
di fenomeni che presentano sicure differenze, che
richiamano lacerazioni estreme in contesti avanzati
del vivere democratico ma anche di nuovi dispositivi
politici e giuridici che prefigurano possibilità
inedite dell’organizzazione comunitaria:
– tra fine del 2005 ed inizi del 2006, la
proclamazione dell’état d’urgence in Francia
con l’assegnazione di funzioni di pouvoirs de
police exceptionnels alle autorità civili per
fronteggiare le rivolte delle banlieus, dove
le ultime generazioni degli immigrati mettono in
campo una richiesta di riconoscimento congiuntamente
ai giovani precari per le gravi condizioni di
assenza di lavoro e di impiego sociale;
– nel 2004 in Inghilterra, nel contesto delle misure
finalizzate alla lotta contro i terrorismi, la legge
sugli eventi civili imprevisti (Civil
Contingencies Bill) ha provveduto ad ampliare
tutte le misure di poteri eccezionali assegnati al
governo civile dalle precedenti leggi del 1920 e del
1926 (quest’ultima proclamata in particolare per il
territorio dell’Irlanda del Nord);
– negli Stati Uniti, ancora contro il terrorismo,
come risposta agli avvenimenti del settembre 2001,
l’emanazione del Patriot Act, che viene a
limitare in forma consistente il godimento dei
diritti costituzionali;
– l’esercizio normale di poteri commissariali nella
maggior parte delle democrazie occidentali;
– la reticolare diffusione di dispositivi/pratiche
di governance in ogni parte nel mondo e
l’estensione dell’utilizzo di poteri regolamentari.
SISCO
Napoli, 25-27 settembre 2008
LE REGIONI MULTILINGUE COME FAGLIA E MOTORE DELLA
STORIA EUROPEA NEL XIX-XX SECOLO
In collaborazione con: Università
di Napoli «Federico II», Università di Napoli «Suor
Orsola Benincasa», Fondazione Banco di Napoli
Comitato scientifico organizzatore: Andrea
Graziosi, Presidente Sissco, Università di
Napoli «Federico II»; Marco Buttino,
Università di Torino; Marina Cattaruzza,
Università di Berna; Agostino Giovagnoli,
Università Cattolica di Milano; Marco Rovinello,
Segretario Sissco
La fascia dei territori che si
estendono dal Baltico al Mar Nero e all’Egeo, che
Namier definí il “Medio oriente” europeo, ha svolto
un ruolo cruciale nel lungo XX secolo europeo che si
può far partire dalle crisi sociali e nazionali del
1848 e chiudere con la guerra in Kosovo del 1999. Si
è trattato di un’era dominata dalla costruzione, dal
collasso e dalla ricostruzione di Stati in nome di
ideologie diverse – stataliste, nazionaliste,
imperiali, socialiste – in cui le grandi potenze
continentali, che spesso allungavano su quei
territori tentacoli culturali, storici e urbani,
caratterizzati in senso etnico-linguistico o
religioso, si sono scontrate tra loro e con i
tentativi “indigeni” di costruzione statale. Grandi
progetti ideologici vi presero aspetti e strade
sorprendenti, la modernizzazione e la costruzione
degli Stati territoriali vi assunsero
caratteristiche molto peculiari e la violenza vi
raggiunse il suo picco. Ecco perché, concentrandosi
su questo “Medio oriente”, è possibile acquisire una
migliore comprensione delle dinamiche del periodo
brutale, verrebbe da dire suicida, della storia
europea che sta al cuore del lungo ventesimo secolo
di cui si diceva. Al tempo stesso, questo
laboratorio naturale permette di meglio
contestualizzare, e quindi comprendere, fenomeni che
ebbero luogo anche nella parte occidentale del
continente.
Ciò è vero da almeno due punti di vista:
a. La natura estrema dei fenomeni che vi ebbero
luogo illumina in modo nuovo anche eventi
verificatisi in Occidente in forme meno acute e
quindi meno facilmente riconoscibili e
comprensibili;
b. Regioni che ne condividevano le caratteristiche
sono state spesso al centro dell’esperienza
occidentale, anche in epoca contemporanea, come
dimostrano l’Irlanda, la Catalogna, i Paesi Baschi,
l’Alsazia-Lorena, il sud Tirolo e la cosiddetta
Venezia Giulia per l’Italia.
Concentrarsi su questi territori aiuta quindi a
superare la tradizionale divisione della storia
dell’Europa occidentale da quella della parte
orientale del continente.
Per di più, il “Medio oriente” europeo di Namier,
che non a caso influenzò la lettura poi fatta da
Toynbee dell’incontro tra la civilizzazione
occidentale e quelle orientali e dei conflitti che
ne scaturirono, si estendeva, con caratteristiche
simili di plurilinguismo e stratificazione etnica,
sociale e religiosa, al Medio oriente vero e proprio
e al di là di esso, includendo alcuni dei grandi
luoghi della costruzione statale, della
“purificazione etnica” del XX secolo, dall’Anatolia
al Caucaso settentrionale, dall’Asia centrale
all’Africa settentrionale. L’integrazione di queste
regioni – in genere bandite dalle versioni standard
della storia europea, ma non per questo estranee ad
essa – in una interpretazione comparativa del lungo
Ventesimo secolo europeo, appare quindi necessaria.
Questa lettura della storia europea avvicina perciò
quest’ultima a quella di quello che ci siamo
abituati a chiamare, specie dopo il crollo degli
imperi europei, “Terzo mondo”. Quanto accadde
nell’Algeria francese è per esempio solo un caso di
eventi determinati da dinamiche simili a quelle
europee di cui si occuperà il convegno, un caso che
ci conferma tra l’altro la potenza dell’impatto di
quanto avveniva in queste regioni plurilingui di
confine sulle regioni omogenee del centro imperiale,
nella Francia di De Gaulle cosí come nell’Italia
alle prese col problema istriano, nell’Inghilterra
alle prese con quello irlandese, o in Polonia e
Germania in lotta per Slesia e Posnania. Si acquista
cosí una prospettiva integrata della storia che pone
fine alla tradizionale divisione tra centro
imperiale e periferia coloniale, riportando – come è
giusto alla luce dell’esperienza dell’Europa
orientale o di quella irlandese – il problema
imperiale, che è
quello della stratificazione dei popoli, al centro
della storia europea.
La comprensione del ruolo dinamico delle regioni
plurilingue, multietniche e plurireligiose nel
determinare la storia europea, tragicamente
confermata dagli eventi della ex Jugoslavia e del
Caucaso, permette anche di aprire una finestra sul
mondo contemporaneo.
Ampie regioni dell’ex Unione Sovietica, dal Donbas
al Kazakistan, ma anche nel Baltico o in Moldova,
fanno in un certo senso ancora parte del Medio
oriente nameriano. E quel che accade oggi nel vero
Medio oriente, dalla Palestina all’Iraq diviso tra
curdi, sciiti e arabi sunniti, può forse essere
letto con qualche profitto in questa chiave.
Soprattutto già l’Italia e l’Europa di oggi, e
sempre più quelle di domani, stanno rapidamente
trasformandosi – a partire dalle loro città – in
territori plurilingue e plurireligiosi, con tutti i
problemi che ciò comporta, problemi che è inutile
nascondersi e che invece vanno affrontati tenendo
conto dell’altissimo prezzo che ignoranza,
provincialismo e grettezza possono imporre.
Giovedì 25 settembre
Apertura dei lavori (Università di Napoli
«Federico II», Aula magna)
Ore 15:00:
a) Michael Confino, Accademia israeliana
delle scienze, Sull’esperienza europea nel XX
secolo;
b) Andrea Riccardi, Università di Roma Tre e
Comunità di Sant’Egidio, Sull’Italia di oggi e
domani come territorio plurilingue e plurireligioso:
pericoli, soluzioni, opportunità
Ore 16:30: I Balcani
a) Lecture introduttiva di Mark Mazower
(Columbia University); b) Relazioni scientifiche di
giovani studiosi italiani; c) Discussant senior
italiani
Venerdì 26 settembre (IISF, Palazzo Serra di
Cassano)
Ore 9:00: Brevi saluti
Il caso italiano
a) Lecture introduttiva di Marina Cattaruzza
(Università di Berna); b) Relazioni scientifiche di
giovani studiosi italiani (Litorale e Sud-Tirolo?);
c) Discussant senior italiano.
Università
degli Studi di Napoli «Federico II»
Napoli, 27-29 settembre 2008
L’HARMONIE, ENTRE PHILOSOPHIE, SCIENCES, ET ARTS DE
L’ANTIQUITÉ A L’ÂGE MODERNE
In collaborazione con l’Accademia Pontaniana di Napoli
Organisé par
Gioia Rispoli (Università di Napoli «Federico
II»),
Anne-Gabrièle Wersinger (Université de Reims),
Pierre Caye (CNRS, THETA, Paris),
Florence Malhomme (Université de Paris IV -
Sorbonne)
De l’Antiquité à la Renaissance,
la notion d’harmonie semble concerner toutes choses,
de l’ordre du ciel au moindre objet décoratif. Il
n’est pas un art, pas un savoir, de la médecine à
l’astronomie, de l’architecture à la musique sans
oublier bien sûr la théologie qui en fasse l’économie.
On peut parler d’un règne de l’harmonie. Pourtant de
son règne il est deux conclusions erronées qu’il
faut éviter de tirer:
1) que l’harmonie constitue un monde qui va de soi,
un monde sous le signe de ce que les philosophes
postérieurs appelleront la fin de l’histoire;
2) qu’elle constitue un principe transcendant
unifiant toutes choses sous son concept.
En réalité, il n’est pas d’harmonie sans conflit; la
concordia est par essence discors. C’est ce conflit
sous-jacent qui justifie son règne.
Chaque art, chaque discipline illustre en réalité un
sens spécifique de l’harmonie: l’harmonie musicale,
l’armonia proprement dite, n’est pas la même que la
concinnitas lineamentorum du peintre ou l’eurythmie
de l’architecte, qui elles-mêmes restent étrangères
à l’équilibre physiologique du corps dont s’occupe
le médecin. Il y a souvent conflit entre ces
diverses définitions en fonction de la région de
leur provenance. Et c’est pourquoi, au nom de l’alietas
de cette notion, qu’on ne saurait la confondre avec
le Grand Pan qui enchantait le monde des origines.
Elle est une forme intermédiaire qui s’édifie sur un
chaos sous-jacent qu’elle réussit à tenir sans
pourtant jamais pouvoir réduire. C’est en quoi elle
est une forme intermédiaire dans l’histoire de la
présence de l’homme à soi-même et au monde.
À partir de ces quelques considérations
préliminaires, trois grands axes de recherches
seront susceptibles de guider nos travaux.
1) La constitution notionnelle de Harmonie: il s’agit
de situer la notion d’harmonie par rapport à d’autres
notions voisines par rapport auxquelles elle prend
sens: l’oikeiosis, le chaos, l’ordre (taxis), le
nomos, mais aussi de façon plus métaphysique encore
l’Être, l’Un ou le Tout (le Grand Pan). Nous verrons
que l’harmonie traverse chacun de ces termes mais
sans jamais s’y arrêter de sorte qu’elle atteint à
sa spécificité.
2) La pluralité des harmonies: il s’agit dans un
second temps, de faire le point sur les différents
sens de l’harmonie en fonction des arts et des
disciplines qui contribuent à son institution, de la
médecine à la théologie en passant évidemment par
les arts. Nous verrons alors la richesse polysémique
de cette notion qui met en oeuvre des intuitions et
des opérations de pensée riches et diverses.
3) La question de l’habitation du monde par l’homme.
À partir de cette double enquête, on pourra
questionner à nouveau frais la question du rapport
de l’homme au monde et au principe, mais dans un
sens profondément différent de la systématique que
met en place la métaphysique moderne.
Annarita Angelini (Università degli Studi
di Bologna), L’armonia del mondo nella cabbala
Annie Bélis (IRHT, CNRS-Université de Paris
IV - Sorbonne), L’évolution des diagrammes
musicaux dans l’Harmonique grecque
Giovanni Casertano (Università di Napoli
«Federico II»), Le diverse facce dell’armonia
Pierre Caye (CNRS, Paris), Concinnitas,
eurythmie et harmonie linéaire dans le vitruvianisme
de la Renaissance
Ugo Criscuolo (Università di Napoli «Federico
II»), L’armonia nel mondo neo-platonico
Danielle Cohen-Levinas (Université Paris IV -
Sorbonne), Harmonie et dysharmonie dans l’esthétique
musicale contemporaine
Daniel Dauvois (Lycée Lakanal, Sceau),
Mécanique et harmonie dans la philosophie à l’âge
classique
Anne Favre-Reinbold (CNRS, Paris), L’harmonie
dans la théorie picturale du XVIle siècle français
Catherine Fricheau (Université Paris I
Panthéon - Sorbonne), La question de la symmetria
dans le Vitruve de Claude Perrault
Francesco Furlan (Université de Paris VIII),
Mesure et proportions dans le Ex ludis
mathematicarum de Leon Battista Alberti
Antonio Garzya (Università di Napoli
«Federico II»)
Thierry Gontier (Université de Lyon III),
La querelle des arts sur la nature de l’harmonie
Paolo Gozza (Università di Bologna),
Filosofia ed estetica dell’armonia musicale nell’età
del meccanismo
Martine Groult (CNRS, Paris), L’harmonie
du savoir dans le projet encyclopédique
Edith Hall (Royal Holloway, University of
London), Harmony in the Greek Tragedy
Didier Laroque (École d’Architecture, Paris),
Arrachement et harmonie dans l’esthétique
architecturale à l’âge humaniste et classique
Yves Lehmann (Doyen de l’Université de
Strasbourg), Harmonies médicales et musicales
chez les penseurs de l’Antiquité
Pierre Magnard (Université Paris IV -
Sorbonne), Harmonie, religion et politique chez
Jean Bodin
Florence Malhomme (Université Paris IV -
Sorbonne), La pensée de l’harmonie chez Francesco
Patrizzi
Alfonso Mele (Università di Napoli «Federico
II»), Armonia come forma di eunomia
Sylvie Perceau (Université d’Amiens), L’harmonie
et le rythme chez les Tragiques
Mariantonetta Picone (Università di Napoli
«Federico II»), Armonia e disarmonia nell’arte
contemporanea
Gioia M. Rispoli (Università di Napoli
«Federico II»), Lezioni di stile: armonia verso
synthesis, synthesis versus armonia
Baldine Saint-Girons (Université de Paris X),
Dismorphie et harmonisation dans l’esthétique du
sublime à l’âge baroque et classique
Raffaele Schiavone (Università di Napoli
«Federico II»), Armonia e proporzione
nell’architettura
Serge Trottein (CNRS, Paris), La question
de l’harmonie chez Federico Zuccaro
Christian Trottmann (CESR, Tours),
Mathématique, harmonie et infini dans la cosmologie
de Nicolas de Cues
Anne-Gabrièle Wersinger (Université de Reims),
La sphère et l’intervalle. L’évolution de la
pensée de l’harmonie chez les anciens Grecs.
Napoli, 2-4 ottobre 2008
FORME E PROBLEMI DELLA COMUNICAZIONE FILOSOFICA IN
NIETZSCHE
In collaborazione con: Centro “Colli-Montinari”
Seminario permanente nietzschiano
Relatori: Giuliano Campioni (Università di
Pisa); Maurizio Ferraris (Università di
Torino); Werner Stegmaier (Ernst-Moritz-Arndt-Universität
Greifswald).
Interventi: Tiziana Andina, Tom Bailey,
Andrea Bertino, Maria João Branco,
Cosimo Degli Atti, Maria Cristina Fornari,
Benedetta Giovanola, Pietro Gori,
Luca Lupo, Donatella Morea, Chiara
Piazzesi, Mattia Riccardi, Claudia
Rosciglione, Andrea Spreafico, Lucia
Teszler, Benedetta Zavatta.
Giovedì 2 ottobre
Ore 9:00 Apertura dei lavori
Ore 9:30 I Sessione
Sessione seminariale chiusa; Discussione per aree
Ore 15:00 II Sessione
Werner Stegmaier: Das Meer des Ubermenschen und der
Brunnen des freien Geistes. Zu Nietzsches Formen
philosophischer
Schriftstellerei in Also sprach Zarathustra und Der
fröhlichen Wissenschaft
Venerdì 3 ottobre
Ore 9:00 III Sessione
Sessione seminariale chiusa; Discussione per aree e
discussione plenaria
Ore 15:00 IV Sessione
Maurizio Ferraris: Nietzsche homo.
L’autobiografia e i biglietti della follia
Giuliano Campioni: « ... viviamo
nell’ombra di un’ombra». Il nichilismo di Renan,
Taine e Nietzsche
Sabato 4 ottobre
Ore 9:00 V Sessione
Presentazione dei risultati del lavoro seminariale:
Comunicazione e pratica filosofica in Nietzsche: lo Zarathustra
tra le due edizioni della Gaia Scienza.
Napoli, 14 ottobre 2008
GIORNATA DI STUDIO IN MEMORIA DI LUDOVICO GEYMONAT
Napoli, 8 ottobre - 26 novembre
2008
LECTURA DANTIS 2008
In collaborazione con: Facoltà di
Lingue e Letterature Straniere Dipartimento di Studi
Letterari e Linguistici dell’Europa dell’Università
di Napoli «L’Orientale»
Mercoledì 8 ottobre Giuseppe Antonio Camerino
(Università di Lecce): Lectura del XXV Canto
dell’Inferno
Mercoledì 15 ottobre Carlo Vecce (Università
di Napoli «L’Orientale»): Lectura del XXVI Canto
dell’Inferno
Mercoledì 22 ottobre Claudio Sensi
(Università di Torino): Lectura del XXVII Canto
dell’Inferno
Mercoledì 5 novembre Sergio Cristaldi
(Università di Catania): Lectura del XXVIII Canto
dell’Inferno
Giovedì 13 novembre Andrea Battistini
(Università di Bologna): Lectura del XXIX Canto
dell’Inferno
Mercoledì 19 novembre Dante Della Terza
(Università di Harvard): Lectura del XXXI Canto
dell’Inferno
Mercoledì 26 novembre Giacomella Orofino
(Università di Napoli «L’Orientale»): Visioni
dell’Aldilà nella Commedia e nel Libro tibetano dei
morti
Napoli 9-10 ottobre 2008
ITALIA-RUSSIA. INCONTRI CULTURALI E RELIGIOSI FRA
’700 E ’900
In collaborazione con: Università
di Napoli «Federico II», Dipartimento di Discipline
Storiche Accademia Russa delle Scienze, Istituto di
Storia Mondiale.
Giovedì 9 ottobre
Ore 9.00: Aula Magna storica, Università di Napoli
«Federico II»
Presidenza: Aleksandr Cubar’jan (Accademia
Russa delle Scienze)
Galina Kosmolinskaja (Accademia Russa delle
Scienze), L’Illuminismo italiano e la Russia
Sergej Androsov (Accademia Russa delle
Scienze), Ivan Uvalov e l’acquisto delle opere
d’arte a Roma
Renata De Lorenzo (Università di Napoli
«Federico II»), I soldati napoletani nell’esercito
napoleonico e la campagna di Russia del 1812
Stefano Garzonio (Università di Pisa), L’Histoire
Littéraire d’Italie di P. L. Ginguené e il
romanticismo letterario russo
Venerdì 9 ottobre
Ore 15.00: Aula Magna, Facoltà di Lettere e
Filosofia
Presidenza: Sante Graciotti (Università di
Roma «La Sapienza»)
Sante Graciotti (Università di Roma «La
Sapienza»), La Madonna di san Sisto, pietra di
scandalo della spiritualità russa tra ’800 e ’900
Michaela Böhmig (Università di Napoli
«L’Orientale»), L’immagine di Napoli e dintorni
nella poesia russa dell’800
Emanuela Sgambati (Università di Roma «La
Sapienza»), Napoli fra realtà e sogno in alcuni
scrittori russi dell’Ottocento
Giovanna Cigliano (Università di Napoli
«Federico II»), L’immagine dell’Italia nella cultura
liberale russa (1855-1914)
Michail Talalay (Accademia Russa delle
Scienze), L’emigrazione russa in Italia e la Chiesa
ortodossa
Sabato 10 ottobre
Ore 9.00: Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Presidenza: Evgenija Tokareva (Accademia
Russa delle Scienze)
Evgenija Tokareva (Accademia Russa delle
Scienze), Guido Miglioli, un cattolico comunista
nella Mosca sovietica
Aleksandr Cubar’jan (Accademia Russa delle
Scienze), I rapporti diplomatici fra Italia e URSS
nel secondo dopoguerra
Nikolaj Kotrelev (Accademia Russa delle
Scienze), Vladimir Solov’v e il pensiero religioso
italiano
Angela Giustino (Università di Napoli
«Federico II»), Il senso della storia e la
destinazione dell’uomo. N. Berdiaev tra slavofilismo
e occidentalismo (nella recezione italiana)
Aleksandr Gorelov (Accademia Russa delle
Scienze), Lo sguardo italiano su Florenskij
Adriano Dell’Asta (Università Cattolica,
Milano), La filosofia religiosa russa e la sua
diffusione in Italia. L’esperienza di “Russia
cristiana”
Natalino Valentin (Università Carlo Bo,
Urbino), Il pensiero religioso russo e la filosofia
italiana del XX secolo. Dall’oblio alla nuova
recezione
Napoli, 10 ottobre 2008
GLOBAL ENTREPRENEURSHIP AND INNOVATION:
CROSS-CULTURAL PERSPECTIVES
Second International Conference on Sorghum Food and
Innovative Pathways of Academic Spin-off Chains
L’evento congressuale progettato
persegue molteplici finalità: anzitutto è un momento
formativo di eccellenza per studenti, accademici e
manager, dal momento che spinge a riflettere in
profondità su tematiche particolarmente attuali come
la Global Entrepreneurship, il Cross-Cultural
Management e l’Enterprise Creation. Il substrato di
tale evento sarà l’attività relativa agli aspetti
della produzione e del marketing degli alimenti
senza glutine per i pazienti celiaci. L’Istituto di
Genetica e Biofisica del CNR di Napoli, la Facoltà
di Economia della Seconda Università di Napoli e il
Dipartimento di Medicina dell’Università di Napoli
«Federico II» sono coinvolti nell’organizzazione di
tale conferenza.
Napoli, 13 ottobre 2008
LA RÉVOLUTION COMME MÉTHODE ESTHÉTIQUE
In collaborazione con l’Università di Napoli
«L’Orientale»
Michele Costagliola (Università di Napoli
«L’Orientale»)
Laurent Jenny (Università di Ginevra)
Napoli, 13-14 ottobre 2008
LA REPUBBLICA DI PLATONE
Relazioni:
Mario Vegetti, Francesco Fronterotta,
Michelangelo Bovero, Bruno Centrone,
Giovanni Casertano, Gennaro Carillo,
Diego Lanza
Interventi:
Silvia Gastaldi, Silvia Campese,
Franco Ferrari, Fulvia De Luise, Anna
Beltrametti, Lucio Bertelli, Giovanni
Giorgini, Marco Solinas
Università di
Roma Tre
Roma, 22-23 ottobre 2008
200 ANNI FAUST
Convegno internazionale
In collaborazione con la Libera Università San Pio V, Casa di Goethe,
Roma e Goethe-Institut Rom
Interventi: Achom Auernhammer, Freiburg im B.;
Paolo d’Angelo, Roma Tre; Matilde de Pasquale, San
Pio V; Giorgio de Vincenti, Roma Tre; Francesco
Fiorentino, Roma Tre; Wernedr Frick, Freiburg im B.;
Christine Maillard, Strasbourg; Elio Matassi, Roma
Tre; Gianluca Paolucci, Università di Cassino;
Terence Jim Reed, Oxford; Gilberto Sacerdoti, Roma
Tre; Giovanni Sampaolo, Roma Tre; Marisa Siguan,
Barcelona.
A cura di Marino Freschi, Università di Roma
Tre
Nel 1808 Goethe pubblicava Faust
der Tragödie erster Theil con cui concludeva la
prima grande parte del suo capolavoro, cui aveva
cominciato a lavorare già negli anni giovanili, come
risulta da numerose tracce nelle lettere. In realtà
lo scrittore aveva già cominciato a lavorare alla
seconda parte che concluse pochi mesi prima di
morire – nel luglio del 1831 – e che destinò alla
pubblicazione solo dopo la sua morte. Ma il Faust
conosciuto, letto e ammirato è soprattutto quello
del 1808, che riprende il Fragment del 1790 e la
stesura giovanile – l’Urfaust. Il dramma goethiano
s’inserisce organicamente nell’alveo della
tradizione del mito, quello inaugurato dal Faustbuch
– Historia von D. Johann Fausten – del 1587 e poi
ripreso creativamente da Marlowe già nel 1592-3 con
The historie of the damnable life and deserued death
of Doctor Iohn Faustus. E il mito del mago umanista
continuò a prosperare nella letteratura europea e
sulle scene, riprendendo proprio con Goethe tutto il
suo trascinante travolgente fascino spirituale e
drammatico, identificando uno dei grandi topoi della
modernità: la nostalgia di onnipotenza e il senso
d’impotenza dell’uomo. Dopo Goethe la fortuna del
Faust non conosce più interruzioni con sempre nuove
opere poetiche, teatrali e musicali che s’ispirano
al capolavoro goethiano e al mito del mago.
Goethe, che già nella sua fase str_meriana aveva
individuato nella figura titanica del dottore
umanista e mago uno dei simboli della poetica del
Genie, tornò a lavorare al dramma-poema a Roma,
quando comprese la sua vera e principale vocazione
nella poesia.
La forza simbolica del riconoscimento della sua
missione più autentica consiste nel fatto che
proprio a Roma, nel 1786-1788, Goethe superò quella
profonda crisi creatrice che l’aveva bloccato nei
precedenti 11 anni al servizio del duca di Weimar,
ricoprendo le principali cariche politiche fino a
diventare primo ministro. Ma quegli anni durante i
quali aveva saputo dimostrare a se stesso
straordinarie capacità di uomo pubblico, avevano
limitato la sua attività poetica. Inoltre l’amore,
morbosamente intenso, ma ormai sterile, per
Charlotte von Stein, l’aveva frustrato. Quindi: la
fuga in segreto il 3 settembre del 1786 versola
città dei suoi sogni, Roma. E qui tira fuori dal
sacco di viaggio l’abbozzo di una confusissima
creazione giovanile: il Faust, da anni interrotto,
ma mai dimenticato. In una giornata di sole a Villa
Borghese, scrive di nuovo e scrive la scena più
gotica, più germanica di tutta la tragedia: la
Cucina della strega, dove il protagonista del dramma
intravede tramite il filtro magico Elena-Margherita,«la
più stupenda immagine di donna, … il compendio di
ogni cielo». E da quella magica e divina visione
riparte il viaggio di Faust dalla terra al cielo. Un
itinerario che ha ispirato per tutta la vita Goethe
e dopo di lui tanti altri artisti, musicisti,
filosofi di tutto l’Occidente, poiché Faust incarna
l’estrema sintesi del sogno occidentale di potenza,
di eros, di dominio e infine di spiritualità
attraverso il riconoscimento della necessità della
prassi, dell’azione, della vita nel proprio tempo
per i propri simili. Per ritrovare questo equilibrio
Goethe doveva venire a Roma, amare l’arte e
Faustina, la giovane
romana che lo iniziò all’eros maturo, per divenire
così ciò che principalmente era: poeta. È da questo
superamento della crisi più profonda che sorge – o
risorge – il Faust per riprendere nuova vita e
tramutarsi prima nel Fragment e infine – anche in
virtù del fecondo sodalizio con Schiller – nel Faust
del 1808, che possiamo considerare come un’opera «archetipa»
della successiva civiltà intellettuale e artistica
europea, come confermano i tanti «Fausti» presenti
in ogni ambito di letterature nazionali.
Il convegno vuole ripercorrere sia l’identità del
capolavoro goethiano in una prospettiva di coralità,
per cui il dramma di Goethe è il culmine di un
lunghissimo percorso drammaturgico e poetico e allo
stesso tempo il segnale di una nuova spiritualità,
non ancora esaurita, che conta voci straordinarie,
da Nerval a Valéry, da Heine a Lenau, Spengler a
Thomas Mann, da Bulgakov a Durrell, da Liszt a Boito,
da Mahler a Busoni. Il nucleo intimo di quella
nostalgia di totalità, d’onnipotenza, quella
incandescente libido sciendi, quell’eros
straripante, romantico e titanico, identificano
Faust e l’uomo faustiano, che costituisce ancora
tanta parte dell’antropologia della contemporaneità
e che oggi con la sperimentazione genetica ritorna
prepotentemente a occupare l’orizzonte spiritale
dell’Occidente.
Napoli, 6 novembre - 4 dicembre
2008
I PRIMI CRISTIANI E LA POLITICA
In collaborazione con: Pontificia Facoltà Teologica
dell’Italia Meridionale
Giorgio Jossa (Università di Napoli
«Federico II»)
Giovedì 6 novembre Gesù e la politica
Giovedì 13 novembre Il processo di Gesù
Giovedì 20 novembre Paolo e le autorità politiche
Giovedì 27 novembre Il potere romano negli Atti
degli Apostoli e nell’Apocalisse di Giovanni
Giovedì 4 dicembre Gli apologisti greci e la civiltà
greco-romana
Napoli, 12-14 novembre 2008
LA VALIDITÀ CONCETTUALE DELL’ILLUMINISMO PER UN’EUROPA
MODERNA
DIE BEGRIFFLICHE GÜLTIGKEIT DER AUFKLÄRUNG FÜR EIN
MODERNES EUROPA
LA VIGENCIA CONCEPTUAL DE LA ILUSTRACIÓN PARA UNA
EUROPA MODERNA
(con la collaborazione di:
Proyectos “Una nueva filosofía de la historia para
una nueva Europa”, HUM2005-02006/FISO – Instituto de
Filosofía del Centro de Ciencias Humanas y Sociales
del CSIC, Madrid –, “Teorías y Prácticas de la
Historia Conceptual: un reto para la Filosofía”,
HUM2007 - 61018/FISO – cofinanciado por el FEDER –,
del Ministerio de Educación y Ciencia de España)
Coordinatori: Roberto Rodríguez Aramayo y
Faustino Oncina Coves
Mercoledì 12 novembre
Presentazione: Roberto Rodríguez Aramayo (Instituto
de Filosofía - CCHS del CSIC, Madrid) y Faustino
Oncina Coves (Universitat de València /
Instituto de Filosofía - CCHS del CSIC)
Relazioni:
Roberto Rodríguez Aramayo (Instituto de
Filosofía - CCHS del CSIC, Madrid): Ciudadanía y
moralidad
Faustino Oncina Coves (Universitat de
València / Instituto de Filosofía - CCHS del CSIC,
Madrid): Crítica y crisis del modelo humboldtiano de
Universidad
Claudio La Rocca (Università di Genova):
Illuminismo e forme di razionalità
Concha Roldán Panadero (Instituto de
Filosofía - CCHS del CSIC, Madrid): Filosofia y publicidad: desde la República de las letras hasta
la Filosofia popular y para las damas
Giovedì 13 novembre
Salvador Mas (Universidad de Educación a
Distancia, Madrid): Ilustración y clasicismo en
Humboldt
Reinhard Brandt (Universität Marburg): Lässt
sich Kants gegen Thron und Altar gerichtetes
Aufklärungskonzept modernisieren?
Thomas Gil (Technische Universität Berlin):
Progreso, libertad, felicidad. Conceptos clave del
mundo moderno
Ricardo Parellada (Universidad Complutense de
Madrid): Ilustración, progreso y desarrollo
Venerdì 14 novembre
Luca Fonnesu (Università di Pavia): Etica e
illuminismo: le radici del dibattito etico
contemporaneo
Giuseppe Duso (Università di Padova): Ci
servono i concetti nati tra giusnaturalismo e
illuminismo per comprendere politicamente l’Europa
Napoli, 13 - 14 novembre 2008
convegno
internazionale
“LA VENERE E LO
SCIAMANO”
L’influsso dello
sciamanesimo sulle arti e la cultura del Novecento
Napoli, 15 novembre 2008
LE CONNESSIONI INATTESE. LA STORIA, LA SCIENZA, LA
PROPAGANDA
In collaborazione con Altanur Associazione Culturale
Interdisciplinare
Relazioni di: Giulio Calegari, Giorgio
Galli, Alessandro Giuliani, Flavio
Barbiero, Brian Josepson, Emilio Del
Giudice, Giulietto Chiesa, Maurizio
Torrealta, Roberto Germano
Napoli, 15 novembre - 15 dicembre
2008
L’ARCHITETTURA E LE SUE MERAVIGLIE
Donatella Mazzoleni
(Università di Napoli «Federico II»)
Che cos’è l’architettura?
Come si costruisce oggi nel mondo?
Che cosa possiamo fare noi?
Edifici-mondo
Napoli, 21 novembre 2008
L’ADOLESCENTE ERRANTE
In collaborazione con l’Unità
operativa di Psicologia Clinica e dell’Età Evolutiva
della ASL NA1 e con la Scuola di Specializzazione in
Psicologia Clinica dell’Università di Napoli
«Federico II»
Relatori: Olivier Douville, Paolo
Valerio
Università
del Molise
Roma, 27-28 novembre 2008
ALTERSKULTUREN
RAPPRESENTAZIONI DELLA VECCHIAIA NELLA CULTURA
OCCIDENTALE
In collaborazione con l’Istituto Svizzero di Roma
Organizzatori: Hans-Georg Pott (Universität
Düsseldorf); Giovanna Pinna (Università del
Molise); Christoph Riedweg (Universität
Zürich / Istituto Svizzero di Roma)
Il termine vecchiaia appare dal
punto di vista di un mondo globalizzato come oggetto
e paradigma di una negoziazione discorsiva tra
diverse culture del sapere. Queste sono ricomprese
in un concetto di cultura che, in base ai
principi-guida affermatisi fin dagli anni ’80, è da
intendersi come plurale, come totalità delle
produzioni simboliche tra cui non ultimo vi è il
discorso scientifico. La tematica della differenza
culturale insita in tale idea di cultura si presenta
nella forma di un accordo tra forme e pratiche
cognitive in parte contrastanti, in parte
incrociantisi tra loro, che sembrano opporsi alla
mediazione dialettica. Il sapere si costituisce
dunque attraverso i singoli discorsi, i testi e i
media visuali della scienza ed attraverso la loro
azione comune, il loro relativizzarsi e commentarsi
reciprocamente.
Il concetto di rappresentazione qui utilizzato si
orienta all’approccio dell’attuale antropologia
culturale nella tradizione di Geerz e di Clifford,
che sin dagli anni ’80 concepisce le
rappresentazioni come un procedimento di
costituzione dell’oggetto nelle scienze attraverso
elementi linguistico-retorici e fa di questo dato un
esplicito oggetto di riflessione. Nell’attuale
quadro della teoria della cultura l’assunto
originario è stato esteso tenendo conto della forza
costruttiva della prassi rappresentativa nelle arti
e nei mezzi di comunicazione.
La vecchiaia è non soltanto un dato biologico e
sociale, ma anche culturale e in quanto oggetto di
negoziazione tra diversi discorsi cognitivi è un
fenomeno tanto eterogeneo quanto problematico,
determinato da criteri di valore e visioni del
mondo. Il convegno si propone di render conto di
tale complessità facendo interagire riflessioni e
percorsi di ricerca che si sviluppano in ambiti
disciplinari differenti. Sulla scorta della
complessiva ricostruzione storico-culturale operata
da Simone de Beauvoir verranno indagati documenti
letterari, artistici e filosofici di diverse epoche
in merito alla raffigurazione di persone in età
avanzata e alle riflessioni sulla vecchiaia come
fenomeno e come problema all’interno di diverse
forme sociali.
Le testimonianze storiche saranno analizzate
focalizzando gli aspetti seguenti: forme di vita dei
vecchi, rapporti con la famiglia e atteggiamento
verso il succedersi delle generazioni, pregnanza dei
ruoli sociali, ricostruzione e interpretazione
(conferimento di senso) della propria biografia di
fronte al ridursi delle prospettive esistenziali,
cultura della memoria, rapporto con il proprio
corpo, la malattia e la morte (la morte degli altri
e l’attesa della propria), ruolo della differenza
sessuale nella percezione delle persone anziane e
nella valutazione dell’amore e della passione in età
avanzata («il vecchio innamorato»: una figura
comica; «la vecchia innamorata»: una figura
grottesca o tragica?), religiosità e interesse per i
miti dell’immortalità, utopie della vecchiaia.
Variazioni sulla vecchiaia e sui processi di
invecchiamento sono presenti a livello
interculturale e intraculturale, ad esempio col tipo
della «vecchia laida» o con le allegorie della
vanità nella formulazione delle tre età dell’uomo.
Le costruzioni della vecchiaia che stanno alla base
di tali figure concettuali sono state scarsamente
indagate, così come, viceversa, il fatto che tali
figure a loro volta contribuiscono a determinare la
concezione delle fasi dell’esistenza dominante in
una data società.
Tali figure sono state strumentalizzate in senso
pedagogico e si può mostrare come in tal modo esse
abbiano al tempo stesso prodotto specifiche
concezioni della vecchiaia.
Le ricerche saranno diversamente orientate a seconda
che si tratti di autoosservazione della vecchiaia o
di osservazione dall’esterno. Nel caso dell’autoosservazione
si tratterà di studiare le esperienze di persone
anziane trasmesse per iscritto o nella prassi
figurativa ed in tal modo consegnate alla memoria
culturale (autobiografie, diari ed epistolari, opere
prodotte in vecchiaia, autoritratti). Nel caso
dell’osservazione dall’esterno si tratterà di
rappresentazioni di persone vecchie da parte di
autori anche giovani sia nei diversi generi
letterari e artistici (prosa, lirica, teatro,
pittura, scultura, fotografia), sia nella
letteratura di carattere teorico (trattati
sull’arte, opere di argomento morale, religioso o
filosofico, letteratura medica e psicologica).
Scopo del convegno è quello di illustrare,
attraverso la sistematica ricognizione, analisi ed
interpretazione di documenti letterari, filosofici e
artistici, il mutamento culturale delle concezioni
della vecchiaia, di formulare asserzioni sulla
qualità della percezione sociale dell’identità in
vecchiaia e di metterne in luce gli impliciti
criteri di valore.
Programma
Giovedì 27 novembre
9.30.-10.15 Mike Martiri (Zürich): Von der
Lebensbewältigung zur Lebensgestaltung, vom
Lebensrückblick zur Zukunftsplanung: Aktuelle
Perspektiven der psychologischen Altersforschung
10.30-11.15 Ralph Kunz (Zürich): Die Grenzen
der Weisheit und die Weisheit der Grenzen. Biblische
Fußnoten zur gerontologischen Weisheitsforschung
11.45-12.30 Giovanna Pinna (Università del
Molise): Il tempo interrotto. Riflessioni sulla
vecchiaia nella filosofia contemporanea
15.00-15.45 Gioia Paradisi (Università della
Calabria): Teorie medievali delle età della vita
16.00-16.45 Stefano Cracolici (Durham): Gli
umori della vecchiaia
17.15-18.00 Andrea von Hülsen-Esch (Düsseldorf):
Weisheit ist männlich, Verfall weiblich.
Überlegungen zu einigen
Altersdarstellungen in der Kunst des 16.
Jahrhunderts
18.15-19.00 Giovanna Capitelli (Università
della Calabria): La rappresentazione della senilità
nella cultura figurativa dell’età moderna. Da la
Vecchia di Giorgione alla Sofonisba Anguissola di
van Eyck
Venerdì 28 novembre
9.30-10.15 Hans-Georg Pott (Düsseldorf:): Ein
alterrider Casanova. (Zu Arthur Schnitzlers Novelle:
Casanovas Heimfahrt)
10.30-11.15 Henriette Herwig (Düsseldorf):
Alter und Tod in Don Juan-Dichtungen vom 17 bis zum
20. Jahrhundert
11.30-12.15 Stefano Giovanardi (Università
del Molise): Senilità. Immagini della vecchiaia
nella narrativa italiana del ’900
15.00-15.45 Markus Winkler (Genève):
Figurationen des Alters und des Alterns be Günter
Grass: Von der Novelle “Im Krebsgang” zur
Autobiographie “Beim Häuten der Zwiebel”.
16.00~17.45 Peter Rüsterholz (Bern): Max Frisch: Das eigene Altern und das Alter der Anderen
18.15-19.00 Miriam Seidel (Düsseldorf): «Aufstand
der Alten» oder «Erlöser AG»? Zukunftsszenarien für
eine alterride Gesellschaft in Literatur und Film
Napoli, 2-3 dicembre 2008
IL VANGELO DI GIOVANNI E IL GIOVANNISMO
TEMPI, LUOGHI, PROTAGONISTI
In collaborazione con la Pontificia Facoltà
Teologica dell’Italia Meridionale
Il cristianesimo delle origini va
sempre più delineandosi nell'indagine
storico-esegetica come vario e articolato al suo
interno. All’idea tradizionale di una realtà
cristiana definita o comunque identificabile sin dal
suo nascere, si è andata sostituendo quella di un
cristianesimo in divenire, fluido, animato da una
forte dialettica interna e formato da gruppi i cui
confini identitari non sempre sembrano nettamente
demarcati. All’interno di questo composito mondo
andrebbe collocato il cosiddetto giovannismo.
Con tale termine si suole indicare quel fenomeno
storico, letterario e teologico che avrebbe
interessato diverse comunità cristiane, soprattutto
in Asia Minore, e che si esprimerebbe, sul piano
letterario, nel corpus giovanneo (Vangelo di
Giovanni, Epistole e Apocalisse). Negli ultimi anni,
soprattutto in ambito internazionale, si è assistito
ad una energica ripresa degli studi giovannei, sia
verso tematiche tradizionali, come quella del
rapporto tra i singoli scritti e della autorialità
dei testi o quella del loro rapporto con gli altri
scritti neotestamentari, sia verso temi meno
esplorati quali il sitz im leben della comunità o la
ricezione della produzione giovannea.
Ancor più interessanti si sono poi rivelate le
ricerche volte a far luce sul rapporto tra il corpus
giovanneo e la coeva letteratura giudaica e i
tentativi di applicare ai testi giovannei (e più in
generale a tutti i testi neotestamentari) modelli
propri delle scienze sociali, per comprendere non
solo il contesto storico sottostante ai testi, ma
anche il gruppo sociale che lo ha prodotto. Da altri
fronti, addirittura, si avanza non meno di un
sospetto verso la ricerca storica come arbitro
finale dell’interpretazione e si propongono, per
l’interpretazione degli scritti giovannei, nuove
metodologie di analisi, più attente al testo e al
lettore. La complessità del quadro sopra descritto,
ancora poco recepito in ambito nazionale, ha fatto
avvertire l’esigenza di un’occasione di confronto in
cui, traendo spunto dal vivace e attuale dibattito
esegetico e storiografico, sia possibile offrire al
pubblico italiano uno sguardo di insieme sul mondo
giovanneo.
Association des
Historiens de l’Art Italien
Parigi, 2-4 dicembre 2008
HOMME BÂTISSEUR ET FEMME BÂTISSEUSE: ANALOGIE,
AMBIVALENCE, ANTITHÈSE?
In collaborazione con: École
Pratique des Hautes Études, Istituto Italiano di
Cultura, Parigi
Sous la direction scientifiques de Sabine
Frommel et Flaminia Bardati.
L’arrivée au pouvoir de la femme
dans la civilisation occidentale est reçue comme une
révolution culturelle. De toute évidence ce
phénomène, à la fois innovant, intriguant et
inquiétant, a déclenché des réflexions touchant aux
strates les plus énigmatiques de la vie collective
et individuelle, en faisant appel à l’étude des
spécificités du comportement féminin. La psychologie,
tantôt en rapprochant les impulsions et les
mécanismes des deux sexes, tantôt en insistant sur
de profondes divergences, est loin de pouvoir
déterminer, à l’heure actuelle, les racines et l’évolution
du comportement de l’homme et de la femme. Si le
courant féministe est parvenu à mettre en lumière et
à revaloriser un ample éventail d’éléments et de
topoi, la compréhension de l’attitude de la femme,
pour se révéler dans toute sa clarté, exige la
confrontation avec celle de l’homme. La comparaison,
utilisée dans le domaine de l’histoire de l’art pour
mettre en parallèle traditions, mentalités et formes,
peut contribuer à une meilleure connaissance de l’attitude
de la femme lorsqu’elle commande des oeuvres d’art.
Et ceci apparaîtra de manière particulièrement
marquante quand il s’agit de l’art qui est considéré
comme le plus masculin: l’architecture. Tandis que
l’homme constitue ses connaissances sur l’art de
bâtir par l’ars fortificatoria, dont l’étude fait
partie de la formation d’un jeune prince, la femme
les acquiert de façon différente et se sert, par
conséquent, d’autres méthodes pour concevoir et
transmettre ses idées.
Toutefois, toutes les veuves ne se montrent pas
aussi fidèles envers leur mari et souvent elles ne
résistent pas à l’envie de laisser leur empreinte
personnelle sur les constructions inachevées.
A côté de la «solitude responsable» due à l’absence
de l’époux, d’autres conditions sociales
caractérisent l’approche féminine du mécénat d’architecture.
Puisque le mariage oblige la femme à quitter sa
patrie et à s’installer dans l’univers parfois
lointain du mari, il contribue souvent à la
migration des langages et des traditions. Reine ou
régente, la souveraine cherche, en effet, à établir
une stratégie visuelle afin de rendre sensibles ses
origines, son identité et son individualité.
Catherine de Médicis instaura en France des usages
italiens dans de multiples domaines allant de la vie
sociale à la gastronomie jusqu’à l’art de bâtir.
Jamais auparavant la France n’avait connu un tel
succès des prototypes transalpins, appelés à
afficher leur supériorité dans le domaine culturel.
Le cas de Marguerite d’Autriche, fille naturelle de
Charles V, montre qu’une oeuvre architecturale peut
servir de moyen pour manifester une adhésion
politique: elle choisit délibérément de bâtir son
palais à Piacenza, ville relevant du pouvoir
impérial, tandis que son mari Ottavio Farnèse s’établit
à Parme, sous la tutelle des États de l’Eglise. En
outre, la résidence de la duchesse, par son échelle
inédite, surpasse les plus somptueuses demeures de
la Renaissance. Cet exemple témoigne avec éclat de
la possibilité pour une femme de pouvoir d’utiliser
l’architecture – cet art si viril! – à des fins de
promotion personnelle. C’est, en l’occurrence, le
moyen privilégié par lequel les femmes s’affirment
et rivalisent avec les hommes, si l’on en juge l’attitude
conservatrice qu’on leur prête dans d’autres
domaines.
Les motivations des femmes en tant que
commanditaires d’oeuvres architecturales sont plus
complexes que celles des hommes et, souvent, elles
sont motivées par une volonté de compensation et de
légitimation.
Le colloque doit mettre en évidence les traits
spécifiques du mécénat architectural féminin, la
nature des compétences souvent remarquables dont
font preuve les femmes, à travers la façon de
concevoir et de dialoguer avec des architectes. La
dualité homme / femme constituera le fil conducteur
de la manifestation: il s’agit non seulement de
confronter des opérations par couple – mari et
femme, frère et soeur ou père et fille – mais aussi
de mettre en parallèle la politique artistique des
cours européennes pendant la Renaissance. L’intervention
d’historiens doit permettre, dans une perspective
transdisciplinaire, d’élargir les débats à l’histoire
sociale et politique.
Martedì 2 dicembre
François Queyrel, Sabine Frommel:
Accueil des participants
Kathleen Wilson-Chevalier: Femmes mécènes à
la renaissance
Mercoledì 3 dicembre
C. L. Frommel: Isabella d’Este et Francesco
Gonzaga
Marco Folin: Eleonora d’Aragona e Ercole I d’Este
F. Bardati, E. Hamon: Anne de Bretagne,
Charles VIII et Louis XII
Enrico Lusso: Guglielmo IX Paleologo et Anne
d’Alençon
F. Pereda: Isabel de Castilla et Fernando
d’Aragona
Andrea Langer: Bona Sforza et Sigismondo I di
Polonia
Mercedes Gómez-Ferrer: Les quatre femmes de
Felipe II
Giovedì 4 dicembre
C. Zurn Kolk: La maison du roi et la maison
de la reine
S. Frommel: Catherine des Médicis / Henri II
/ Marguerite d’Autriche / Ottavio Farnese
P. Di Teodoro: Caterina et Cosimo des Médicis
Alina Payne: Les maitresses
Claudia Conforti: Laura Martinetti et
Francesco I d’Este
Daniela del Pesco: Mme et M. de Chantelou
Eva Krems: Les femmes Wittelsbachern
Napoli - San Sebastiano al
Vesuvio, 3-5 dicembre 2008
MAR COMUNE. SCUOLE DEL MEDITERRANEO DI FRONTE ALLA
SFIDA DEI BENI COMUNI
In collaborazione con l’Istituto Superiore «Adriano
Tilgher»
Mercoledì 3 dicembre
Gestione delle risorse idriche
Coordina: Imma Grazioli (I.S. «A.
Tilgher» di Ercolano - Napoli)
Relazioni: Riccardo Petrella (Università di
Lovanio - Belgio); Alberto Lucarelli
(Università di Napoli «Federico II»)
Presentazione del lavoro dell’Antalya Koleji (Antalia
- Turchia)
Problematiche ambientali
Coordina: Piero De Luca (I.S. «A. Tilgher»
di Ercolano - Napoli)
Relazioni: Serge Latouche (Università di
Paris Sud - Francia); Rajendra Kumar Pachauri
(International Panel on Climate Change)
Presentazione del lavoro dell’École Mahammed Al
Tatoh (Fes -Marocco)
Presentazione del lavoro di scuole italiane
Giovedì 4 dicembre
Lo stato dell’informazione
Coordina: Raffaele Aratro (I.S. «A. Tilgher»
di Ercolano - Napoli)
Presentazione del lavoro di Omar Ibn Elkhattab
Experimental language School (Il Cairo - Egitto)
Presentazione del lavoro di scuole italiane
La tutela dei beni culturali
Coordina: Docente I.S. «A. Tilgher» di
Ercolano - Napoli
Presentazione del lavoro dell’Al Raed Al-Arabi
School (Amman - Giordania)
Presentazione del lavoro di scuole italiane
Venerdì 5 dicembre
La democrazia come partecipazione
Coordina: Ubaldo Grimaldi (Dirigente
Scolastico I.S. «A. Tilgher» di Ercolano - Napoli)
Relazioni: Franco Cassano (Università di
Bari)
Presentazione del lavoro della School of Hope di
Ramallah (Palestina)
Presentazione del lavoro di scuole italiane
Napoli, 11-13 dicembre 2008
LA LETTERATURA SOCRATICA ANTICA
In collaborazione con il Dipartimento di Scienze
Umane e della Formazione dell’Università di Perugia
Università di
Salerno
Parigi, 12-13 dicembre 2008
ARTMEDIA X
ETICA, ESTETICA, COMUNICAZIONE-TECNOLOGICA: IL
DESTINO DEL SENSO
ETHIQUE, ESTHÉTIQUE, COMMUNICATION TECHNOLOGIQUE: OU
LE DESTIN DU SENS
In collaborazione con: Bibliothèque Nationale de France,
Institut National de l’Histoire de l’Art, Université
Européenne de la Recherche
Si è pensato di sollecitare studiosi di varia
provenienza disciplinare a riflettere, in un
Convegno non strutturato in temi e sottotemi e dando
a ciascuno la libertà di scegliersi un suo
pertinente punto di inserimento, su questioni
teoriche che hanno in vario modo ispirato il
Progetto di Artmedia e che continuano a sembrarci
decisive per questi e più ancora per gli anni a
venire.
«Anche se avessimo l’arte – dove abbiamo l’influsso,
un qualsiasi influsso dell’arte?», ammoniva
Nietzsche nel 1878 (Umano, troppo umano, I, 22), e Gabo, uno degli artisti più inquieti della
modernità, si chiedeva più di quarant’anni dopo:
«Come contribuisce l’Arte all’attuale epoca della
storia dell’uomo?» (Manifesto del realismo, 1920).
Ma prima ancora che andare alla ricerca degli
influssi, è necessario porsi un’altra più radicale
domanda: Che ne è dell’arte nel nostro mondo?
Una
questione di questo tipo è stata posta a più riprese
per l’arte moderna (Ortega, Berdiaev, Sedlmayr,
Thode, Bloch, Ellul ... ) e continua ancor più ad
esser posta oggi per l’arte contemporanea (Baudrillard,
Virilio, Clair, Hartford e encora, e più
recentemente, Michel Gauthier, in Fresh Théorie, II,
2006 e Elisabeth Wetterwald in 20/27, n. I, 2007,
che hanno parlato di “vacuità”, di “solitudine”, di
“assenza”, di “niente” e di “nullità” ... )
In effetti, di fronte ai 2 o 3 milioni di artisti
che popolano attualmente il paesaggio dell’arte
contemporanea, che ruolo svolge il mercato dell’arte
e tutto il sistema dell’arte quando delle proposte
teoriche (Belting, Danto ...) ci invitano a
ripensare alla storia dell’arte e al suo
svolgimento? Quali stravolgimenti stanno provocando
le nuove tecnologie e gli artisti che con esse
lavorano? Che ne è della smisurata quantità di
denaro pubblico che gli Stati impiegano per l’arte
contemporanea pur nella più totale incertezza sul
valore presente e futuro delle opere? Dobbiamo
continuare semplicemente a chiederci con Gabo come
contribuisce l’arte, quella che va sotto il nome di
“arte contemporanea”, all’epoca attuale della nostra
storia? Che ne è dell’etica sociale nella produzione
dell’arte contemporanea, cioè in quei prodotti coi
quali, tra l’altro, un sistema dell’arte più cinico
che mai spesso popola luoghi pubblici col pubblico
denaro? E, per converso, quando il cinismo e
l’affarismo snaturano e imbarbariscono l’idea che
abbiamo della democrazia quali possibilità hanno
ancora le pratiche artistiche di ridare vita e senso
allo spazio pubblico? Ed è vero che coi prodotti e
con le pratiche legate alle attuali tecnologie della
comunicazione si aprono dei territori possibili di
rigenerazione? Le tensioni etico/estetiche devono
sostituirsi, così come sembrano indicare molti
prodotti e molte pratiche estetiche legate alla
rete, alla mera preoccupazione per l’arte? E gli
artisti hanno ancora quella possibilità di
esercitare efficacemente quella capacità di
simbolizzazione ritenuta da sempre come una funzione
specifica dell’arte?
Insomma: Che ne è e che ne sarà del senso nel nostro
e nel mondo a venire?
Concezione e organizzazione:
Mario Costa (prof. di Estetica all’Università
di Salerno) e
Fred Forest
(prof. emerito all’Università di Nizza)
Hanno accettato l’ invito ad intervenire al Convegno
Artmedia X (Parigi, 12 e 13 dicembre 2008): Anne
Cauquelin (Prof. Emerito di Filosofia
all’Università di Picardia, Direttrice della
Nouvelle Revue d’Esthétique), Jean-Michel Rabaté
(Prof. di Inglese e di Letterature Comparate
all’Università della Pennsylvania - USA),
Louis-Jose Lestocart (Critico d’arte e di cinema
su Art Press, NRF…),
Jean-Pierre Faye
(Co-fondatore del Collège Internationale de
Philosophie, Direttore dell’Université Européenne de
la Recherche), François Soulages (Prof. di
Estetica e Scienze dell’Arte all’Università di Paris
8), José Jimenez (Professore di Estetica e
Teoria delle Arti all’Università Autonoma di Madrid,
Direttore dell’Istituto Cervantes di Parigi,
Direttore Generale delle Belle Arti al Ministero
della Cultura spagnolo), Michael F. Leruth (Prof.
al College of William and Mary, Williamsbourg, USA),
Sophie Lavaud
(Artista e teorica dell’arte interattiva),
Mariapaola Fimiani (Prof. di Filosofia Morale e
Pro-rettore dell’Università di Salerno),
Dominique Chateau (Prof. di Estetica e di
Filosofia dell’Arte all’Università di Parigi 1 -
Sorbonne), Vincenzo Cuomo (Università di
Salerno),
Thierry de Duve
(Prof. di Teoria dell’Arte moderna e contemporanea
all’Università di Lille), Edgar Morin (CNRS,
sociologo e filosofo),
Maurizio Bolognini
(Artista e teorico dell’arte generativa),
Pierre Moeglin
(Prof. di Scienze dell’Informazione e della
Comunicazione all’Università di Paris-Nord),
Daniel Charles (Prof. Emerito di Estetica
all’Università di Nizza), Edmond Couchot (Prof.
Emerito all’Università di Paris VIII – Direttore
della formazione in Arti e tecnologie
dell’immagine), Paolo D’Angelo (Prof. di
Estetica all’Università di Roma 3), Robert C.
Morgan (Critico d’arte su NYArt, Art Press…),
Fabrizio Desideri (Prof. di Estetica
all’Università di Firenze),
Jorge Latorre Izquierdo
(Professore di Cultura dell’immagine all’Università
di Navarra), Carole Talon-Hugon (Prof. di
Estetica e Teoria delle arti all’Università di Nizza
– Direttrice della Societé Azuréenne de Philosophie),
Isabelle Rieusset-Lemarié
(Prof. di Scienze dell’Informazione e della
Comunicazione all’Università di Paris X),
Rudolf zur Lippe (Prof.
di Filosofia all’Università di Francoforte),
Serge Tisseron (Università di Paris VII –
Psichiatra e psicoanalista),
Maurizio Ferraris
(Prof. di Filosofia Teoretica all’Università di
Torino), Pierre-Damien Huyghe (Prof. di
Estetica all’Università di Paris I – Sorbonne),
Maryvonne Saison
(Prof. di Estetica all’Università di Paris X
Nanterre, Direttrice della Società Francese di
Estetica).
Napoli, gennaio-giugno 2009
IL PENSIERO DI JOHN DEWEY TRA PSICOLOGIA, FILOSOFIA,
PEDAGOGIA. PROSPETTIVE INTERDISCIPLINARI
In collaborazione con: Università
di Napoli «Federico II» Dipartimento di Scienze
Relazionali «Gustavo Iacono», Università di Napoli
«Suor Orsola Benincasa» Facoltà di Scienze della
Formazione, Center for Dewey Studies Southern
Illinois University, John Dewey Society, European
John Dewey Society, Commissione per gli Scambi
Culturali tra l’Italia e gli Stati Uniti Programma
Fullbright
PRIMA SEZIONE - LA PSICOLOGIA DI JOHN DEWEY
Gennaio 2009, Seminario tematico: La nuova
psicologia tra funzionalismo e psicologia sociale
Febbraio 2009, Seminario tematico: La
psicologia anticipatrice di John Dewey
SECONDA SESSIONE - LA FILOSOFIA DI JOHN DEWEY
Marzo 2009, Seminario tematico: Rifare la
filosofia oggi
Aprile 2009, Seminario tematico:
Filosofia, democrazia ed educazione
TERZA SESSIONE - LA PEDAGOGIA DI JOHN DEWEY
Maggio 2009, Seminario tematico: Educazione,
società e politica
Giugno 2009, Seminario tematico: Esperienza
come educazione
Napoli, 19 febbraio 2009
FONTI PER LA STORIA DI NAPOLI ARAGONESE. BILANCIO DI
UNA RICERCA (1989-2009)
La giornata fa il punto sulla collana – diretta
da Mario Del Treppo per l’Istituto Italiano per gli
Studi Filosofici – delle “Fonti per la storia di
Napoli aragonese”, e sull’attività di ricerca e
formazione scientifica ad esso collegata.
Introduzione, di M. Del Treppo, direttore
della collana.
Presentazione degli ultimi volumi pubblicati
Interventi dei membri del gruppo di lavoro di
Napoli:
Francesco Senatore, Francesco Storti,
coordinatori della prima serie: Dispacci sforzeschi
da Napoli
Emanuele Catone, Il contributo dei Dispacci sforzeschi alla ricerca prosopografica
Marco De Filippo, I carteggi sforzeschi con
Napoli nel 1467
Veronica Mele, La corte di Castel Capuano nei
primi anni di Ippolita Maria Sforza, duchessa di
Calabria (1465-69)
Armando Miranda, Il riassetto dei poteri nel
settentrione del Regno: Abruzzi e Molise dopo la
guerra di successione
Maria Luisa Squitieri, La battaglia di Sarno
(7 luglio 1460)
Interventi dei membri del gruppo di Udine: Bruno
Figliuolo, coordinatore della seconda serie:
Corrispondenza degli ambasciatori fiorentini a
Napoli, Patrizia Mieli, Elisabetta Scarton.
Conclusioni di Isabella Lazzarini.
Dipartimento
di Filosofia dell’Università di Parma
Parma, 19-21 febbraio 2009
ETÀ DEI LUMI E FILOSOFIA. L’ONTOLOGIA DI CHRISTIAN
WOLFF
In collaborazione con:
Dipartimento di Ricerche Filosofiche dell’Università
di Roma «Tor Vergata», Scuola Normale Superiore,
Pisa, Interdisciplinäres Zentrum für die Erforschung
der Europäischen Aufklärung (IZEA) der Universität
Halle, Centre d’Études en Rhétorique, Philosophie et
Histoire des Idées, de l’Humanisme aux Lumières (CERPHI)
de l’Ecole Normale Supérieure Lyon
Il pensiero di Christian Wolff è
da qualche anno oggetto di ampio interesse
filosofico: Germania, Francia e Italia sono i paesi
nei quali tale renaissance si è mostrata in maniera
più netta. La nuova attenzione rivolta alla
filosofia di Wolff ha dato vita a incontri
scientifici di livello mondiale, primo fra tutti il
1° Congresso internazionale su Christian Wolff und
die Europäische Aufklärung svoltosi nel 2004
all’Università di Halle in occasione dei 250 anni
dalla morte del filosofo.
Sempre all’Università di Halle si era già tenuto
nell’aprile 2002 un Colloquio sulla psicologia
wolffiana (Die Psychologie Christian Wolffs.
Systematischer Ort, Konstitution und
Wirkungsgeschichte) al quale avevano partecipato
giovani studiosi provenienti dalla Germania e dalla
Francia. Un secondo convegno, questa volta aperto
anche a studiosi italiani, è seguito nel giugno del
2006 alla École Normale Supérieure di Lione sul
terna Christian Wolff et la pensée encyclopédique
européenne.
Gli atti del primo incontro sono stati raccolti, a
cura di Oliver-Pierre Rudolph e di Jean-François
Goubet, in un volume uscito presso l’editore tedesco
Niemeyer (Tübingen) col titolo Die Psychologie
Christian Wolffs. Systematische und historische
Untersuchungen; gli atti del secondo colloquio
usciranno, a cura di Jean-François Goubet,
Oliver-Pierre Rudolph e Faustino Fabbianelli, presso
l’editore francese Vrin (Parigi) in un volume dal
titolo Christian Wolff et la pensée encyclopédique
européenne.
Con il Convegno parmense sull’ontologia di Wolff si
intende proseguire una collaborazione tra
ricercatori e sedi universitarie europee che ha
portato ad importanti risultati scientifici. Scopo
dell’incontro è quello di far luce su una parte
fondamentale del sistema filosofico wolffiano – la
cosiddetta philosophia prima – alla quale finora è
stata rivolta poca attenzione.
L’indubbia importanza dell’ontologia di Wolff, se
non altro dal punto di vista storico (basti pensare,
al riguardo, alle ricadute speculative che essa ha
avuto all’interno della filosofia classica tedesca),
fa del convegno un urgente desideratum della
ricerca.
Il Convegno è suddiviso in otto sezioni per un
totale di sedici relazioni.
Tre le prospettive principali secondo cui verrà
analizzata l’ontologia di Christian Wolff: 1)
struttura e concetti fondamentali, 2) premesse
speculative, 3) ricezione e influenza.
Comitato scientifico:
Beatrice Centi (Università di Parma),
Faustino Fabbianelli (Università di Parma),
Luigi Cataldi Madonna (Università dell’Aquila),
Raffaele Ciafardone (Università di Chieti),
Ferdinando Marcolungo (Università di Verona),
Pierre-François Moreau (École Normale
Supérieure, Lyon), Pietro Pimpinella
(Università di Roma), Jürgen Stolzenberg (Universität
Halle)
Organizzazione:
Faustino Fabbianelli (Università di Parma),
Jean-François Goubet (IUFM du Nord-Pas de
Calais), Oliver-Pierre Rudolph (Universität
Halle)
PROGRAMMA:
Giovedì 19 febbraio 2009
Saluto del Direttore del Dipartimento di Filosofia
dell’Università di Parma
Prima sezione - Presidente: Claudio Cesa
(Pisa)
Oliver-Pierre Rudolph (Halle): Christian
Wolffs Ontologie als Wissenschaft des Möglichen
Jean-Marc Rohrbasser (Paris): Possible,
probable, certain dans l’ontologie wolfienne
Seconda sezione - Presidente: Ferdinando
Marcolungo (Verona)
Pietro Kobau (Torino): Condizioni di
esistenza nell’ontologia di Wolff
Jean-Paul Paccioni (Paris): Sur la «Würchlickeit»
Venerdì 20 febbraio 2009
Terza sezione - Presidente: Luigi Cataldi Madonna
(L’Aquila)
Matteo Favaretti Camposampiero (Venezia): Gli
enti fittizi nell’Ontologia di Christian Wolff
Robert Schnepf (Halle): Die
Kausalitätstheorie in Wolffs Ontologie
Quarta sezione - Presidente: Raffaele Ciafardone
(Chieti)
Holger Gutschmidt (Göttingen): Begriffe in
Wolffs Metaphysik
Thierry Arnaud (Paris): Fondations
ontologiques de la cosmologie rationnelle dans la
Métaphysique allemande de Ch. Wolff
Quinta sezione - Presidente: Massimo Mugnai
(Pisa)
Jean-François Goubet (Paris): Qu’y a-t-il d’ontologique
dans la logique wolffienne?
Annabel Falkenhagen (Göttingen):
Wesensbestimmung natürlicher und ‘künstlicher’ Arten:
ein Problem der Wolffschen Philosophie im
Grenzbereich zwischen Ontologie, Teleologie und
Erkenntnistheorie
Sesta sezione - Presidente: Mirella Capozzi
(Roma)
Federica De Felice (Chieti): Wolff interprete
di Spinoza
Andreas Brandt (Göttingen): Wolffs Raum- und
Zeittheorie zwischen Newton, Leibniz und Kant
Sabato 21 febbraio 2009
Settima sezione - Presidente: Pietro Pimpinella
(Roma)
Paola Rumore (Torino): Momenti della
ricezione dell’ontologia di Wolff
Sophie Grapotte (Paris): De l’ontologie wolffienne à l’ontologie kantienne
Ottava sezione - Presidente: Stefano Poggi
(Firenze)
Tinca Prunea (Paris): L’ontologie wolfienne
comme modèle implicite de la pensée métaphysique de
Kant
Faustino Fabbianelli (Parma): Tracce
d’ontologia wolffiana in Hegel
Napoli, 23 aprile 2009
TOMMASO FIORE: NUOVE LINEE DI RICERCA
In collaborazione con la Pontificia Facoltà di
Teologia dell’Italia Meridionale
Sono trascorsi trentacinque anni
dalla morte di Tommaso Fiore, l’insigne studioso di
Virgilio e il traduttore – nell’Italia fascista – di
Erasmo, Russell, Spinoza, Tommaso Moro, l’indomito
meridionalista che collaborò con Salvemini, Gobetti
e Rosselli, divenendo sicuro punto di riferimento
della Puglia antifascista e dell’analisi critica
dell’Italia repubblicana.
Dopo i due convegni del 5-7 dicembre 1978 «Tommaso
Fiore e la tradizione intellettuale meridionale nel
5° anniversario della sua morte» e del 13-14
febbraio 1985 «Tommaso Fiore, umanista, scrittore,
critico», gli studi e l’interesse su di lui sembrano
essersi arenati. Pur non mancando negli ultimi anni
ristampe delle sue opere a cura delle edizioni
Palomar e una prima raccolta delle sue lettere più
antiche e qualche monografia circoscritta a
questioni particolari, manca a tutt’oggi uno studio
sistematico delle sue molteplici attività e
relazioni (decine di migliaia di lettere non sono
ancora state studiate) e soprattutto Tommaso Fiore è
del tutto assente nelle storie del XX secolo
italiano tanto che a molti il suo nome risulta
sconosciuto. La Giornata si propone di fare il punto
sugli studi dedicati a Fiore e di tracciare quali
potranno essere le future linee di ricerca sui suoi
scritti, sul suo pensiero e sulla sua azione
politica e sociale.
Napoli, 9 maggio 2009
ORIGINALITÀ E MODERNITÀ DEL PENSIERO ADLERIANO
Olismo, costruttivismo e orientamento al
sociale della Psicologia individuale comparata
In collaborazione con: AFPA -
Associazione Forum di Psicologia Adleriana (Pavia);
CISA - Centro Italiano Studi Adleriani (Pistoia);
ISPA - Istituto Superiore di Psicologia Adleriana
(Reggio Calabria); Istituto «Alfred Adler» (Napoli)
Ore 10.00-10.45- Volontà di potenza e aspirazione
alla superiorità, sentimento comunitario e interesse
sociale. Il monismo dialettico all’origine della
Psicologia Individuale
Ugo Sodini (Psicologo - Psicoterapeuta -
Presidente CISA, Centro Italiano Studi Adleriani)
Ore 10.45-11.30 Dualismo o monismo? La complessità
della teoria della tecnica nell’opera adleriana e le
evidenze cliniche
Francesca Molina (Presidente AFPA,
Associazione Forum di Psicologia Adleriana, Pavia)
Ore 12.00-12.45 - Adler e la psicologia narrativa:
interdipendenze in chiave metacognitiva e
costruttivistica
Cosimo Variale (Presidente Istituto
Adler-Napoli)
Ore 15 00-15.30 Adler e la psicologia di comunità:
esperienze consultoriali di ieri e di oggi X
Elisa Mottola - Simona Gordiani (Past
president e Presidente ISPA, Istituto Superiore di
Psicologia Adleriana-Reggio Calabria)
Ore 15.30-17.30 - Tavola rotonda (moderatrice
Paola Parlato)
P. Speroni, A. M. Teglia, M. R.
Stanziano, G. Licordari, F. Salierno
- Il contributo di H. Ansbacher alla
sistematizzazione del pensiero adleriano (Film –
Lectio magistralis di H. Ansbacher).
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