Il seminario getta le fondamenta di un’analisi dell’utopia a partire dal luogo in cui essa è pensabile, la città, in particolare secondo il modello più diffuso fra XV e XVI secolo, quello del territorio autosufficiente della città-Stato. Firpo descrive ed esamina, in primo luogo, il modello verticale e inaccessibile della città medievale, per passare quindi a considerare il problema della difesa militare. Sono così ripercorse quelle evoluzioni tecnologiche e militari dell’artiglieria che hanno modificato la struttura delle città, trasformando le cinta murarie in terrapieni e fortezze. In secondo luogo, Firpo espone e analizza i progetti e i modelli architettonici di città ideali, concepite secondo principi umanistici di razionalizzazione, passando in rassegna grandi figure di artisti e architetti del Rinascimento, dal Pietro Averlino, detto il Filarete, a Leonardo da Vinci, da Francesco di Giorgio a Francesco Paciotto, da Giulio Savorgnan a Bonaiuto Lorini, da Andrea Palladio a Sebastiano Serlio. Ricostruendo le importanti trasformazioni urbanistiche attuate durante il Rinascimento e mostrando lo strettissimo legame tra l’edificazione militare ex novo di città-fortezze e l’applicazione dei principi del razionalismo urbanistico rinascimentale, Firpo giunge a osservare come i progetti architettonici rinascimentali di città ideali costituiranno un riferimento teorico fondamentale per l’elaborazione delle utopie del Cinquecento.