Il seminario ricostruisce e analizza le principali fasi teoriche e biografiche, nonché il contesto nel quale Tommaso Campanella elaborò la sua utopia, La città del Sole. Redatta durante gli anni della prigionia dello Stilese nelle carceri napoletane di Castel Nuovo e di Castel Sant’Elmo, l’opera rappresenta un anacronismo per il contesto storico controriformistico in cui si colloca. Firpo richiama le condizioni della prigionia, le torture che Campanella subì, la follia simulata come unica via di fuga dalla condanna a morte, la storia della Congiura calabra. Legge e commenta alcune delle poesie e dei sonetti campanelliani relativi agli anni del carcere e fa riferimento ai personaggi lì incontrati, da Cola Antonio Stigliola a Giordano Bruno e Francesco Pucci, soffermandosi a più riprese sullo stile e il linguaggio della sua poesia. Proprio nel momento di massima chiusura e repressione politica e religiosa della aspirazioni riformistiche e utopistiche, la Città del sole risponde per il frate domenicano alla necessità di chiarire l’autenticità del progetto della Repubblica dei mondi, un’idea di Stato e di comunità guidata da principi di libertà e di uguaglianza, retta da una ragione naturale che non si vuole in contrasto con la rivelazione: ad essa la religione si affianca con il volto più autentico e caritatevole del cristianesimo evangelico, sul modello delle comunità monastiche e apostoliche.
- Luigi Firpo, La giovinezza di Campanella, 6 maggio 1978
- Luigi Firpo, Tommaso Campanella, linee di ricerca, 5-7 maggio 1988
Lezione del 5 maggio 1988
Lezione del 6 maggio 1988
Lezione del 7 maggio 1988 - Antonio Gargano, Tommaso Campanella, 9 febbraio 2018
- Maurizio Cambi, Tommaso Campanella: la filosofia della natura e la politica, 3-6 dicembre 2007
Lezione del 3 dicembre 2007
Lezione del 4 dicembre 2007
Lezione del 5 dicembre 2007
Lezione del 6 dicembre 2007 - Germana Ernst, Poesia e filosofia in Tommaso Campanella, 18-21 maggio 2009
Lezione del 18 maggio
Lezione del 19 maggio
Lezione del 20 maggio
Lezione del 21 maggio
- Tommaso Campanella, Scelta d’alcune poesie filosofiche di Settimontano Squilla. Cavate da’ suo’ libri detti “La cantica”, con l’esposizione. Opera offerta e raccomandata da Tobia Adami, In appendice Luigi Firpo, Storia della poesia campanelliana, Prismi, Napoli, 1980 (riproduzione anastatica dell’edizione di Parigi 1622)
- Tommaso Campanella, La monarchia di Spagna. Prima stesura giovanile, a cura di G. Ernst, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Napoli, 1989
- Tommaso Campanella, Philosophia sensibus demonstrata, a cura di L. De Franco, Vivarium, Napoli, 1992, seconda edizione 2013
- Tommaso Campanella, L’ateismo trionfato. Overo riconoscimento filosofico della religione universale contra l’antichristianesmo macchiavellesco, edizione del testo inedito, a cura di G. Ernst, Edizioni della Normale, Pisa, t. I, 2004
- Tommaso Campanella, L’ateismo trionfato. Overo riconoscimento filosofico della religione universale contra l’antichristianesmo macchiavellesco, riproduzione anastatica del ms Barb. Lat. 4458 della Biblioteca Apostolica Vaticana, a cura di G. Ernst, Edizioni della Normale, Pisa, t. II, 2004
- Tommaso Campanella, Apologia pro Galileo, edizione bilingue, a cura e con una premessa di M.-P. Lerner, trad. di G. Ernst, Edizioni della Normale, Pisa 2006
- Tommaso Campanella, La città del sole, introd. e cura di A. Gargano, La Città del Sole, Napoli 2008
- Aldo Maffey, L’utopia della ragione, presentazione di Luigi Firpo, Napoli, Bibliopolis 1987
- Germana Ernst, Religione, ragione e natura. Ricerche su Tommaso Campanella e il tardo Rinascimento, FrancoAngeli, Milano 1991
- Michel-Pierre Lerner, Tommaso Campanella en France au XVIIe siècle, Bibliopolis, Napoli 1995
- Silvia Zoppi Grampi, Tommaso Campanella. Il progetto del sapere universale, Vivarium, Napoli 1999, seconda edizione, La scuola di Pitagora, Napoli 2013
- Luigi Firpo, Scritti sulla Riforma in Italia, introd. di Giorgio Spini, Prismi, Napoli 1996
- Luigi Firpo, Le Procès de Giordano Bruno, in Œuvres Complètes / Giordano Bruno, Documents, Introduction et texte par Luigi Firpo. Traduction et notes par Alain-Philippe Segonds, trad. revue par C. Luna, Y. Hersant et I. Pantin, Les Belles Lettres, Paris 2000.
- Aniello Montano, Giordano Bruno e Tommaso Campanella, La Città del Sole, Napoli 1999
- Luigi Amabile, Fra Tommaso Campanella. La sua congiura, i suoi processi e la sua pazzia, voll. III (Narrazione, Parte I-III), premessa di N. Badaloni, introd. di T.Tornitore. Documenti inediti e editi negli archivi romani del Sant’Ufficio e dell’Indice, a cura di L. Spruit e C. Preti, Les Belles Lettres, Paris - Aragno, Torino 2006
- Indice dei nomi contenuti nei cinque volumi della biografia campanelliana di Luigi Amabile, a cura di A. Rinaldi, in appendice Indice dei nomi contenuti nei documenti inquisitoriali romani, a cura di C. Preti e L. Spruit, Les Belles Lettres, Paris - Aragno, Torino 2006
- Bertrando Spaventa, Saggi di critica filosofica, politica e religiosa, introd. di B. de Giovanni, La scuola di Pitagora, Napoli 2008
- Francesco Fiorentino, Studi e ritratti della Rinascenza, La scuola di Pitagora, Napoli 2008
- Fabio Seller, La città, il sole, le stelle. Temi astrologici e astronomici in Tommaso Campanella, La scuola di Pitagora, Napoli 2015
- Paul Lafargue, Studio critico sulla città del Sole, Edizioni Immanenza, Napoli, 2016
Estratto della lezione
Sonetti e canzoni di Campanella lette e commentate da Firpo durante il seminario:
13
Senno senza forza de' savi delle genti antiche
esser soggetto alla forza de' pazzi.
1 Gli astrologi, antevista in un paese
2 costellazion che gli uomini impazzire
3 far dovea, consigliârsi di fuggire,
4 per regger sani poi le genti offese.
5 Tornando poscia a far le regie imprese,
6 consigliavan que' pazzi con bel dire
7 il viver prisco, il buon cibo e vestire.
8 Ma ognun con calci e pugni a lor contese.
9 Talché, sforzati i savi a viver come
10 gli stolti usavan, per schifar la morte,
11 ché 'l più gran pazzo avea le regie some,
12 vissero sol col senno a chiuse porte,
13 in pubblico applaudendo in fatti e nome
14 all'altrui voglie forsennate e torte.
17
Non è re chi ha regno, ma chi sa reggere.
1 Chi pennelli have e colori, ed a caso
2 pinge, imbrattando le mura e le carte,
3 pittor non è; ma chi possede l'arte,
4 benché non abbia inchiostri, penne e vaso.
5 Né frate fan cocolle e capo raso.
6 Re non è dunque chi ha gran regno e parte,
7 ma chi tutto è Giesù, Pallade e Marte
8 benché sia schiavo o figlio di bastaso.
9 Non nasce l'uom con la corona in testa,
10 come il re delle bestie, che han bisogno,
11 per lo conoscer, di tal sopravvesta.
12 Repubblica onde all'uom doversi espogno,
13 o re, che pria d'ogni virtù si vesta,
14 provata al sole, e non a piume e 'n sogno.
60
Al carcere.
1 Come va al centro ogni cosa pesante
2 dalla circonferenza, e come ancora
3 in bocca al mostro che poi la devora,
4 donnola incorre timente e scherzante;
5 così di gran scienza ognuno amante,
6 che audace passa dalla morta gora
7 al mar del vero, di cui s'innamora,
8 nel nostro ospizio alfin ferma le piante.
9 Ch'altri l'appella antro di Polifemo
10 palazzo altri d'Atlante, e chi di Creta
11 il laberinto, e chi l'Inferno estremo
12 (ché qui non val favor, saper, né pièta),
13 io ti so dir; del resto, tutto tremo,
14 ch'è ròcca sacra a tirannia segreta.
83
Della possanza dell'uomo.
1 Gloria a colui che 'l tutto sape e puote!
2 O arte mia, nipote - al Primo Senno,
3 fa' qualche cenno - di su' immagin bella,
4 ch'uomo s'appella.
5 Uomo s'appella chi di fango nacque,
6 senza ingegno soggiacque, - inerme, ignudo:
7 patrigno crudo - a lui parve il Primo Ente,
8 d'altri parente.
9 D'altri parente, a' cui nati die' forza
10 bastante, industria, scorza, - pelo e squame.
11 Vincon la fame, - han corso, artiglio e corno
12 contra ogni scorno.
13 Ma ad ogni scorno l'uomo cede e plora;
14 del suo saper vien l'ora - troppo tarda;
15 ma sì gagliarda, - che del basso mondo
16 par dio secondo.
17 E, dio secondo, miracol del primo,
18 egli comanda all'imo, - e 'n ciel sormonta
19 senz'ali, e conta - i suoi moti e misure
20 e le nature.
21 Sa le nature delle stella e 'l nome,
22 perch'altra ha le chiome - ed altra è calva;
23 chi strugge o salva - e pur quando l'eclisse
24 a lor venisse,
25 quando venisse all'aria, all'acqua, all'humo.
26 Il vento e 'l mar ha domo, - e 'l terren globbo
27 con legno gobbo - accerchia, vince e vede,
28 merca e fa prede.
29 Merca e fa prede; a lui poca è una terra.
30 Tuona, qual Giove, in guerra - un nato inerme;
31 porta sue inferme - membra e sottogiace
32 cavallo audace.
33 Cavallo audace e possente elefante;
34 piega il leon innante - a lui il ginocchio;
35 già tirò il cocchio - del roman guerriero:
36 ardir ben fiero!
37 Ogni ardir fiero ed ogni astuzia abbatte,
38 con lor s'orna e combatte, - s'arma e corre.
39 Giardino, torre - e gran città compone
40 e leggi pone.
41 Ei leggi pone, come un dio. Egli astuto
42 ha dato al cuoio muto - ed alle carte
43 di parlar arte; - e che i tempi distingua
44 dà al rame lingua.
45 Dà al rame lingua, perc'ha divina alma.
46 La scimia e l'orso han palma, - e non sì industre,
47 che 'l fuoco illustre - maneggiasse; ei solo
48 si alzò a tal volo.
49 S'alzò a tal volo, e dal pianeta il tolse;
50 con questo i monti sciolse, - ammazza il ferro,
51 accende un cerro, - e se ne scalda, e cuoce
52 vivanda atroce;
53 vivanda atroce d'animai che guasta.
54 Latte ed acqua non basta, - ogn'erba e seme
55 per lui; ma preme - l'uve e ne fa vino,
56 liquor divino.
57 Liquor divino, che gli animi allegra.
58 Con sale ed oglio intègra - il cibo, e sana.
59 Fa alla sua tana - giorno quando è notte:
60 oh, leggi rotte!
61 Oh, leggi rotte! ch'un sol verme sia
62 re, epilogo, armonia, - fin d'ogni cosa.
63 O virtù ascosa, - di tua gloria propia
64 pur gli fai copia.
65 Pur gli fai copia, se altri avviva il morto;
66 passa altri, e non è assorto, - l'Eritreo;
67 canta Eliseo - il futuro; Elia sen vola
68 alla tua scuola;
69 alla tua scuola Paolo ascende, e truova
70 con manifesta pruova - Cristo a destra
71 della maestra - Potestade immensa.
72 Pensa, uomo, pensa!
73 Pensa, uomo, pensa; giubila ed esalta
74 la Prima Cagion alta; - quella osserva,
75 perch'a te serva - ogn'altra sua fattura,
76 seco ti unisca gentil fede pura,
77 e 'l tuo canto del lor vada in più altura.
99
Sonetto fatto sopra un che
morse nel Santo Offizio in Roma.
1 Anima, ch'or lasciasti il carcer tetro
2 di questo mondo, d'Italia e di Roma,
3 del Santo Offizio e della mortal soma,
4 vattene al Ciel, ché noi ti verrem dietro.
5 Ivi esporrai con lamentevol metro
6 l'aspra severitate, che ne doma
7 sin dalla bionda alla canuta chioma,
8 talché, pensando, me n'accoro e 'mpetro.
9 Dilli che, se mandar tosto il soccorso
10 dell'aspettata nova redenzione
11 non l'è in piacer, da sì dolente morso
12 toglia, benigno, a sé nostre persone,
13 o ci ricrei ed armi al fatal corso
14 c'ha destinato l'Eterna Ragione.