Nei primi anni del regno di LUigi XIV la Querelle des anciens et des modernes investe il confronto fra il latino e il francese sia in ambito educativo - si discute pubblicamente sull’opportunità di educare il giovane figlio del re in latino, come vuole la consuetudine, o in francese, una lingua moderna che può aiutare ad operare in modo più chiaro e metodico, slegato da una visione del mondo superata teologicamente e scientificamente -, sia in ambito architettonico, con riguardo alla lingua delle iscrizioni monumentali.
La Querelle si ripropone in ambito letterario con molti protagonisti. Fra gli altri, Nicolas Boileau, con L’Art poétique, esalta l’antichità in polemica con Perrault, in accordo invece con Racine, che sostiene la coincidenza fra il gusto di Atene e quello di Parigi. Essa coinvolge inoltre la questione delle traduzioni, inscrivendo la filologia fra le armi messe a disposizione della dignità letteraria degli antichi in un dibattito che finisce per diffondersi anche in altri paesi europei, come avviene in Inghilterra con J. Swift e la sua opera The Battle of the Books e poi con Pope che traduce Omero.
Particolare attenzione Fumaroli dedica all’opera di Fontenelle, ai Dialogue des morts, la prima opera artistica in Francia a difendere l’idea secondo cui il presente è superiore al passato, e l'Entretien sur la pluralité des mondes, in cui con eloquenza brillante Fontenelle illustra la cosmologia moderna, fino alla Digression sur les anciens et les modernes, nella quale, contro una concezione ciclica del tempo, si afferma l’idea di un progresso per accumulazione secondo le leggi immutabili della natura.