La questione omerica occupa una posizione significativa nella querelle des anciens et des modernes. Ė sul piano dell’estetica, piuttosto che su quello della scienza, che si combatte per la difesa degli antichi. Fumaroli ricostruisce il dibattito avviato dalla traduzione dell’Iliade di Anne Le Fèvre Dacier, che celebra il senso del sublime del primo grande poema occidentale, arrivando a considerarne i riflessi nelle Riflessioni sul sublime di Edmund Burke ed indicando anche l’importanza, per la questione omerica, delle riflessioni di Giambattista Vico.
Non sono tralasciati gli sviluppi della questione in Inghilterra, con riferimento alle opere di William Temple, di Jonathan Swift e di William Wotton, e gli ulteriori contributi francesi. Particolare attenzione è dedicata alle Réflexions critiques sur la poésie et la peinture di Jean-Baptiste Dubos, che oppongono l’estetica all’imperialismo della ragione scientifica e tecnologica, secondo una linea di pensiero che, con il romanticismo, fiorirà in seguito in Germania e nella stessa Francia, con Rousseau.