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Laboratorio
Sensibilità, intelligenza, plasticità. Menti, cervelli, macchine
A cura di Pietro Montani e Massimiliano Biscuso
lunedì 31 gennaio
Pietro Montani (Sapienza Università di Roma)
Introduzione
Catherine Malabou (CRMEP)
Plasticité cérébrale et construction de l’ identité
Martedì 1 febbraio
Pietro Montani (Sapienza Università di Roma)
Immaginazione e plasticità
Mercoledì 2 febbraio
Vittorio Gallese (Università di Parma)
Dalla neotenia alle pratiche sociali. Esperienza, plasticità e cervello-corpo
Giovedì 3 febbraio
Giorgio Vallortigara (Università di Trento)
Come costruire un cervello sociale
Venerdì 4 febbraio
Luisa Damiano (IULM)
Robot sociali: l’ ipotesi della coordinazione affettiva
Il paradigma della plasticità , oggi al centro di importanti ricerche filosofiche e scientifiche, indica la capacità di un ente subire e produrre trasformazioni, di essere modificato e di modificarsi. Nato in ambito artistico, in cui “plastica” è la tecnica di dare forma alla materia (argilla, marmo ecc.), il termine è stato poi esteso alla formazione culturale e infine al vivente, che è capace di interagire con l’ambiente e con il mondo riorganizzandosi e inventando nuove soluzioni e strategie di comportamento. Il seminario intende far dialogare filosofi e scienziati intorno a questo paradigma, che permette di pensare in modo complesso e di superare le tradizionali opposizioni tra innato e acquisito, natura e cultura. Il modello di plasticità è centrale nelle scienze neurobiologiche, nello studio degli esseri viventi, sia vegetali sia animali, e nelle ricerche sulla progettazione di una nuova generazione di macchine intelligenti, capaci di apprendere e interagire anche emotivamente con gli uomini. D’altra parte, in analogia col concetto biologico di epigenesi, che indica lo sviluppo dell’embrione a partire da sé stesso, anche la ricerca filosofica sta cercando di ripensare la razionalità umana e, più in generale, l’intelligenza e la sensibilità a quella necessariamente connesse.