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Laboratorio
La Poetica di Aristotele tra teoria e prassi drammaturgica
A cura di Gherardo Ugolini
Mercoledì 26
Gherardo Ugolini (Università di Verona)
Introduzione
Anna Beltrametti (Università di Pavia)
Eleos / phobos (Handout)
Giovedì 27
Linda Napolitano (Università di Verona)
Mimesis (Handout)
Gherardo Ugolini (Università di Verona)
Catharsis (Handout)
Venerdì 28
Sotera Fornaro (Università della Campania Luigi Vanvitelli)
Peripeteia (Handout)
Da secoli gli studiosi cercano di individuare nella Poetica di Aristotele la chiave corretta per interpretare il significato delle tragedie greche composte e rappresentate nel V secolo a.C. Ma la frammentarietà del testo aristotelico, le difficoltà di comprensione dovute alla sua composizione in molti punti non rifinita, la sovrapposizione di una prospettiva puramente descrittiva con una visione piuttosto prescrittiva, la confusione tra tragedia come evento storico e “tragico” come (moderna) categoria letteraria e filosofica, hanno reso problematico e tendenzialmente infinito il lavoro di esegesi. Fino a che punto, allora, visto anche lo scarto temporale e culturale che separa Aristotele dalla stagione d’oro del teatro ateniese, l’impostazione elaborata da Aristotele risulta esauriente per capire le tragedie che ci sono arrivate? La questione sarà affrontata nel laboratorio a partire da alcune parole chiave: lemmi come eleos, phobos, mimesis, catharsis, peripeteia, tutti già esistenti nel lessico greco, ma da Aristotele potentemente risemantizzati in una specifica prospettiva teorica.