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Laboratorio
La Scienza nuova di Vico e la sua ricezione
Lunedì 20 - mercoledì 22
Fabrizio Lomonaco (Università di Napoli Federico II)
Lettura della Scienza nuova
Giovedì 23
Andrea Bocchetti (Università di Napoli Federico II)
L’avvio della fortuna europea di Vico: Michelet
Le tre lezioni sulla Scienza nuova impegneranno i motivi fondamentali degli interessi del filosofo napoletano che indussero a pubblicare tre edizioni dell’opera (1725-1730-1744). Seguendo il filo stesso della sua dottrina che ripensa in unità dinamica filologia e filosofia, si tenterà di delineare il farsi di una filosofia nuova e i suoi esiti nel 1744. La Scienza nuova è tale perché la nuova metafisica non è impegnata a reggere il metodo per le scienze, ma la storia delle nazioni che richiama la relazione tra l'universalità del principio ordinatore ideale e i particolari fatti storici delle comunità umane. La nuova ragione-verità nel Vico delle Scienze nuove sa di doversi pruovare nei diversi ambiti del sapere e non poter più essere di esclusiva pertinenza del pensiero (Cartesio); sa di essere verità per l’uomo solo nel corso e nel ricorso della sua storia con un nuovissimo accordo tra dottrina e materia. Non c’è il soggetto-pensiero a comprendere il mondo ma i soggetti plurali, i plebei e i nobili come classi in lotta, i famoli contro gli eroi che mettono in comune la forza, testimoniando i diversi gradi di auctoritas-ragione che variano in ogni momento al fine di espandere il comune e, così, preservare l’umana societas. La rivalutazione delle istanze di una nuova antropologia filosofica, capace di garantire corpo alla mens cartesiana, è ormai imprescindibile condizione positiva dell'umano consorzio, originato dall'incontro di auctoritas e humanitas, di ragione e storia.