Archivio delle attività

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8-11 maggio 2023 | ore 16





Laboratorio

Introduzione alla filosofia indiana

A cura di Wolfgang Kaltenbacher e Francesco Sferra

Il seminario ha l’obiettivo di fornire le nozioni basilari per intraprendere lo studio del variegato e complesso panorama filosofico sviluppatosi nel subcontinente indiano nel corso di circa tre millenni, con l'ausilio di  materiali didattici e di una bibliografia ragionata.

 

Lunedì 8 maggio

Francesco Sferra (Università di Napoli L’Orientale)
Fondamenti
La prima lezione presenterà gli elementi comuni alle varie tradizioni filosofiche indiane, essenziali per collocarne lo studio nella giusta prospettiva ermeneutica, e anche le loro principali caratteristiche specifiche, cercando di far vedere come queste si siano sviluppate nel tempo e in quali circostanze storiche e culturali.

 

Martedì 9

Lorenzo Pizzichemi
(IISF)

La logica come via per la «liberazione». I sistemi Nyāya, Sāṃkhya e Vaiśeṣika
Tra le vie per la «liberazione» attraverso la conoscenza un posto affatto peculiare spetta ai «sistemi» filosofici brāhmaṇici Nyāya (‘Logica’), Sāṃkhya (‘Enumerazione’) e Vaiśeṣika (‘Differenziazione’). La stessa tradizione ortodossa, al culmine della polemica, ha visto spesso in essi un pericolo; eppure, in India, il loro studio ha rappresentato per secoli – e, in parte, rappresenta tuttora – il primo passo per ascendere alla cima del sapere. Tanto è vero che non c’è parte della produzione testuale brāhmaṇica – dalle opere cosmologiche alle liriche d’amore – di cui questi tre sistemi non abbiano in qualche modo plasmato l’immaginario, le metafore, il registro espressivo. Tra le pieghe delle divergenze dottrinali, talora vistose, dei tre sistemi in questione, si nasconde tuttavia una formidabile sintonia. Dopo aver tratteggiato, con riferimento ai testi e agli autori, le principali tesi di queste tre tradizioni, ci si soffermerà sull’idea comune da cui esse muovono: la cognizione che conduce alla «liberazione» si ottiene dispiegando il pensiero logico in tutte le sue modalità (inferenza, enumerazione, discriminazione e classificazione).


Mercoledì 10

Margherita Serena Saccone
(Università di Napoli L’Orientale)

Le tradizioni filosofiche buddhiste del subcontinente indiano
Sin dalle prime fasi del loro sviluppo, le tradizioni buddhiste originatesi nel subcontinente indiano sono state caratterizzate da un crescente impegno a fornire un’interpretazione filosofica e una giustificazione razionale delle dottrine chiave del Buddhismo. Va evidenziata, in tal senso, l’attenzione posta nell’utilizzo di argomentazioni logiche sia per fini soteriologici, con l’intento di originare una convinzione razionale e concettuale di quelle dottrine, sia per fini dialettici, contro gli antagonisti non Buddhisti da “sconfiggere” durante i dibattiti pubblici. Nel periodo medievale, in particolare, la tradizione nota come “scuola logico-epistemologica” si è distinta per l’interesse per argomenti quali la definizione della natura della percezione e la classificazione e analisi di vari tipi di inferenza. Nel corso della lezione verranno illustrati in breve alcuni dei temi investigati da questa e altre tradizioni buddhiste indiane.

 

Giovedì 11

Gianni Pellegrini
(Università di Torino)

Prolegomena storico-teoretici sull’Advaita Vedānta
In questo intervento si introdurrà brevemente una delle prospettive metafisiche ed epistemologiche più influenti del mondo classico e pre-moderno dell’India, vale a dire l’Advaita Vedānta, traducibile approssimativamente con “Metafisica non-duale”. Sebbene la scuola faccia risalire la propria origine senza soluzione di continuità al corpus upaniṣadico, le prime testimonianze testuali indipendenti si sviluppano dal VI-VII sec. circa, fino al giorno d’oggi, passando per una moltitudine di testi sofisticati e acutissimi pensatori. Nonostante la vastità testuale e assiologica della prospettiva, lungo la sua intera storia intellettuale si riscontrano denominatori comuni. Attraverso una serie di dati storici si proporrà un breve itinerario testuale e terminologico concernente alcune questioni centrali per lo sviluppo dell’Advaita Vedānta, focalizzando infine l’attenzione su alcuni esempi cruciali, capaci di definire le specificità della scuola.

 

 

 

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