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Laboratorio
Arte e rivoluzione. Estetica, politica e società in Europa dalla Rivoluzione francese al secondo dopoguerra
A cura di Iacopo Chiaravalli e Rolando Vitali
Giovedì 30, ore 11
Gabriele Schimmenti (Università Roma Tre)
Dissoluzione e gaia prassi: estetiche posthegeliane
Giovedì 30, ore 15.30
Francesco Campana (Università di Padova)
Arte e rivoluzione nel romanticismo tedesco
Manfred Posani Loewenstein (Archivio Storico della Pontificia Università Gregoriana)
Distruggere l’arte o conservare l’arte. Nietzsche, Wagner e Burckhardt sulla Comune di Parigi
Rolando Vitali (Università degli Studi di Bologna)
L’opera d’arte totale da Wagner alle avanguardie sovietiche
Venerdì 1, ore 10
Anna Migliorini (IISF)
Walter Benjamin: una questione di tecnica e di limite
Iacopo Chiaravalli (Istituto Italiano di Studi Germanici)
Senza una linea di condotta. Che cos’è politico nel teatro di Bertolt Brecht
Venerdì 1, ore 16
Danilo Manca (Università di Pisa)
Il corso del mondo e le resistenze dell’arte. Sartre e lo scrittore come intellettuale
Chiara de Cosmo (Collegio San Carlo di Modena)
Smontaggi della parvenza: la funzione trasformativa dell’arte secondo Adorno
Se prima del XX secolo il rapporto tra arte e società era problematico, ora è diventato un vero e proprio enigma. A prima vista, la questione potrebbe essere risolta dicendo che, dopo aver rappresentato una promessa di emancipazione, l’oggetto artistico si è quietamente adattato al ruolo di merce museale. Tuttavia vi sono momenti nei quali l’arte ha mostrato che la sperimentazione estetica e formale può andare di pari passo con la più ardita sperimentazione sociale. È il caso di quei passaggi storici dirompenti che usiamo chiamare “rivoluzioni”, nei quali l’arte ha svolto una funzione niente affatto secondaria: la Rivoluzione francese, i sommovimenti sociali del 1848 e della Comune di Parigi, fino alla Rivoluzione russa e ai movimenti del secondo dopoguerra.