Giornate di studio
Filosofia trascendentale e politica
A cura di Ilaria Ferrara, Luigi Imperato, Marco Ivaldo, Angela Renzi
martedì 30, ore 15.30
Trascendentale come politica: prospettive a confronto
Roberto Esposito (SNS, Pisa)
Ives Radrizzani (Ludwig Maximilian Universität München)
mercoledì 1°, ore 9.30
“Approfondimenti” monografici
Maria Caterina Marinelli (Universität Hamburg)
Trascendentalità e scetticismo
Giovanni Cogliandro (Dirigente scolastico-Pontificia Università San Tommaso D’Aquino)
Assolutezza della relazione. La conoscenza della libertà come punto di partenza della politica trascendentale
Luigi Laino (Università di Napoli Federico II)
Contro la filosofia tedesca: mito, tecnica e politica in Ernst Cassirer
Silvestre Gristina (Università di Padova)
Trascendentale e praxis. Fichte, Rivoluzione e Socialismo nei Giovani Hegeliani
Ilaria Ferrara (Università di Ferrara)
Minorità, esclusione, oppressione: i limiti del trascendentale nella critica della ragione femminile
Angela Renzi (Università del Molise)
Persone, comunità e cittadinanze: trascendentale come politica?
mercoledì 1°, ore 15.30
Politicità del trascendentale: elementi per una discussione
Marco Ivaldo (Università di Napoli Federico II, IISF)
Luigi Imperato (Università di Salerno)
Alfonso Lanzieri (Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale-Sezione San Luigi)
Maurizio Maria Malimpensa (Università di Ferrara)
Nella polisemia che caratterizza il termine trascendentale pare opportuno porre l’attenzione sul trascendentale come comprensione della coscienza rappresentativo-razionale e processo di riflessione, che va dal condizionato o contingente alle condizioni di possibilità – ricostruendone gli atti costituenti – dell’esperienza umana. È possibile partire dalla convinzione “forte” che la filosofia trascendentale non verta solo sull’analisi degli atti dell’io, ma anche sui contenuti a cui questi atti si rivolgono, e che tra essi vi è la scoperta della “originarietà” della pluralità umana e dell’agire come condizione essenziale della vita. Infatti, l’essenza di quest’ultima si definisce nella relazione e nel rapporto reciproco fra gli uomini, caratterizzato dalla pluralità e dal fatto che essi abitano un mondo dato, attraverso cui è possibile definire quell’agire – di cui parla Hannah Arendt – come tipico dello zoon politikon. Pertanto, se riflessione (trascendentale) e azione nel mondo si co-implicano, allora il trascendentale deve già pensarsi come la struttura dell’articolazione io-altro, unità-pluralità, libertà-relazione.