Settima lezione
Napoli, 21 gennaio 1983
Il problema dell’essere in Parmenide ed Eraclito
Il parallelismo fra Eraclito e Parmenide si nutre della riscoperta di un comune fondo di riferimento: la pretesa di superare il «resto di narratività» latente nella filosofia ionica. Così, dopo la consueta lettura del verbale, Gadamer si sofferma sul punto decisivo dell’intero corso seminariale: il problema dell’essere come presenza.
È in questa prospettiva che i segni (sēmata) che nel poema di Parmenide s’incontrano lungo il cammino vengono interpretati come «segni della presenza dell’essere»: i suoi attribuiti – totalità e unità – ne designano la solidità e l’insistenza. “Presenza” significa qui che l’essere è sempre implicato nella mente come suo «riflesso»; che, cioè, non è possibile parlare di qualcosa di vuoto pur parlando del nulla. Decisiva è in tal senso la ripresa dell’esegesi del concetto di noeîn da parte di Kurt von Fritz. Noeîn non significa “pensare”, ma piuttosto “appercepire qualcosa” – si dice nello stesso modo in cui l’animale annusa qualcosa (td. snifft) e ne percepisce il pericolo. «Noeîn significa che non è possibile annusare il nulla».
Nella seconda parte del seminario anche il logos di Eraclito è interpretato come una presenza dell’essere. Presenza articolata nella molteplicità degli enti (a ciò farebbero allusione i caratteri dell’uno, homologia, e del comune, xynon). Ma, a differenza di Parmenide, Eraclito sembra aver pensato l’essere non come un ente totale presente, bensì, piuttosto, come l’evento stesso del suo manifestarsi. Dimensione per la quale egli ricorre alle figure del fulmine e del fuoco: simile a un fulmine o un fuoco che brucia, l’essere è l’esperienza di una presenza discontinua e limitata (Heidegger ne parlerà come di una Weile, una durata repentina).
È in questo senso che il cammino del pensiero occidentale sembra essere segnato dalla questione della presenza. Platone – che ne svolgerà il senso nella prospettiva di una mutua partecipazione (methexis) delle idee – articolerà l’esperienza della presenza attraverso la dimensione umana della finitudine. Dalla temporalità discontinua e infinita di Eraclito a quella continua e finita di Platone si gioca il passaggio dalla “sofia” alla “filo-sofia”.
Nella parte finale del seminario, Gadamer torna sulle ragioni dell’interesse per gli inizi del pensiero greco. Non si è trattato di catalogare una storia della filosofia, ma di cercare, attraverso le lenti problematiche del presente, un nuovo accesso all’esperienza: qualcosa che, dal di sotto e contro gli esiti del pensiero moderno (dal primato della coscienza a quello del fare calcolatore), resti, nei frammenti di pensiero dei Presocratici, ancora inesplorato e, proprio per questo, in ogni momento salvo.
- Hans-Georg Gadamer, L’inizio della filosofia occidentale, 11-22 gennaio 1988
- Michael Theunissen, Die Zeitvergessenheit der Metaphysik. Zum Streit um Parmenides Fragment 8.5, 3 dicembre 1988
- Imre Toth, I paradossi di Zenone nel Parmenide di Platone o la tortura dell’essere e del non essere, 4-8 novembre 1991
- Nestor-Luis Cordero, Le chiavi del sapere nel poema di Parmenide, 22-26 novembre 1993
- Manfred Riedel, Physis e Nomos: Anassimandro, Parmenide, Eraclito, 26 settembre 2006
- Hans-Georg Gadamer, I presocratici e l’inizio della filosofia occidentale. Il terreno solido in Platone e Aristotele, in «Informazione filosofica», n. 10, dicembre 1992, pp. 5-12
- Umberto Curi (a cura di), Kosmos. La cosmologia tra scienza e filosofia, Corbo, Ferrara 1989
Contributi di H. C. Arp, N. Badaloni, E. Bellone, G. Burbidge, L. Gratton, J. Heidmann, F. Hoyle, O. Longo, J. V. Narlikar, J.-C. Pecker, C. Sini, D. Wandschneider, P. Zellini - Vittorio Hösle, Wahrheit und Geschichte. Studien zur Struktur der Philosophiegeschichte unter paradigmatischer Analyse der Entwicklung von Parmenides bis Platon, tr. it. a cura di A. Tassi, Verità e storia. Studi sulla struttura della storia della filosofia sulla base di un’analisi paradigmatica dell’evoluzione da Parmenide a Platone, Guerini e Associati, Milano 1998
Testi citati
- K. von Fritz, “Nous, Noein, and their Derivatives in Pre-Socratic Philosophy”, in A. P. D. Mourelatos (ed.), The Pre-Socratics: A Collection of critical Essays, Princeton University Press 1994, pp. 23-85
- J. Stenzel, Metaphysik des Altertums, Oldenbourg, München 1931
- W. Jaeger, Die Theologie der frühen griechischen Denker, Kohlhammer Verlag, Stuttgart 1953 [tr. it. La teologia dei primi pensatori greci, La Nuova Italia, 1982]
- C. Diano, Eraclito, Frammenti e testimonianze (traduzione e cura), Fondazione Lorenzo Valla, Milano 1980
Video
- Hans-Georg Gadamer, Eraclito – l’unità del molteplice, Enciclopedia Multimediale per le Scienze Filosofiche, a cura di R. Parascandolo, Rai Radiotelevisione Italiana
- Remo Bodei, Hans-Georg Gadamer, Eraclito – la metafora del fuoco, Enciclopedia Multimediale per le Scienze Filosofiche, a cura di R. Parascandolo, Rai Radiotelevisione Italiana
- Hans-Georg Gadamer, Giovanni Pugliese Carratelli, Parmenide: la scuola eleatica, Enciclopedia Multimediale per le Scienze Filosofiche, a cura di R. Parascandolo, Rai Radiotelevisione Italiana
- Hans-Georg Gadamer, Vittorio Hösle, La nascita della filosofia, Enciclopedia Multimediale per le Scienze Filosofiche, a cura di R. Parascandolo, Rai Radiotelevisione Italiana
Kurt von Fritz, ΝΟΥΣ, ΝΟΕΙΝ, and their Derivates in Pre-Socratic Philosophy (Excluding Anaxagoras): Part I. From the Beginnings to Parmenides, in «Classical Philology», vol. 40, n. 4 (1945), pp. 223-242