25-28 settembre 2023 | ore 16
Il seminario si terrà in presenza e sulla piattaforma Zoom. Per iscrizioni alla piattaforma Zoom inviare richiesta di adesione all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Seminario
Guido Paduano (Università di Pisa)
Il comico di Shakespeare come distruzione dei valori
Lunedì 25
Troilo e Cressida
Martedì 26
Timone di Atene
Mercoledì 27
Sogno di una notte di mezza estate
Giovedì 28
Misura per misura
Indipendentemente dalla distribuzione tradizionale dei drammi di Shakespeare in diversi generi letterari e teatrali (tragedie, commedie, histories), il comico – strategia di aggressione alle debolezze umane – vi ha comunque un ruolo essenziale. Con questo seminario si vuole indagarne la tendenza a superare il livello individuale o accidentale per costituirsi in critica complessiva delle relazioni interumane e dei loro valori istituzionali. Verranno esaminati in quattro successivi incontri i casi estremi: in due di essi (Misura per misura e il Sogno) il lieto fine lascia più che mai la bocca amara, innovando profondamente rispetto ai finali trionfanti o sereni della commedia classica; negli altri due (Troilo e Cressida, Timone) il finale luttuoso non ammette neppure, nonché una fantomatica catarsi, neppure la dignità del dolore. Troilo e Cressida attacca a fondo l’idealizzazione della guerra come confronto cavalleresco tra gli uomini, riducendola a sopraffazione, frode, narcisismo demenziale, con una violenza sconosciuta alla sorridente rappresentazione di Falstaff. Il sogno di una notte di mezza estate attacca il libero arbitrio nella sua scelta più delicata, quella erotica: lungi dall’essere l’atto più libero della volontà, come lo definisce Wagner nel Tristano, l’innamoramento è il prodotto di una volontà soprannaturale dispotica o delle gaffe di un folletto pasticcione, e ridicoli sono soprattutto gli sforzi degli uomini (maschi) di razionalizzarlo. Misura per misura disconosce il patto di legalità che connette alla colpa la sanzione: esso sarebbe applicabile solo se il giudice stesso fosse immune da colpa: ma Angelo, che condanna a morte un giovane per fornicazione, gli promette salva la vita se la sorella di lui acconsente alle sue voglie, e viola anche il pactum sceleris ordinando di uccidere comunque il condannato per non avere un testimone scomodo.
Timone di Atene, infine, riprendendo il mito antico della misantropia, si risolve nella negazione di ogni relazione sociale in quanto essa sia fondata sul denaro: e si badi bene, non sul suo uso ostile o competitivo – quale è rappresentato, ad esempio, nel Mercante di Venezia – ma sull’utopia che lo considera talismano della solidarietà e della felicità.