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Napoli, 17 dicembre 1979

Centrale nell’interpretazione pareysoniana del percorso speculativo di Schelling, il concetto di stupore della ragione permette al filosofo torinese di fornire la chiave per comprendere il passaggio dalla filosofia negativa alla filosofia positiva. Dopo aver rintracciato, nel significato etimologico di ek-stasis, quella che egli stesso definisce «l’incarnazione vivente» della nozione di stupore, Pareyson approfondisce il concetto di “stupore della ragione estatica” declinandolo nelle sue due modalità fondamentali, il torpore e la vertigine. Esse sono analizzate, nel loro carattere abissale e captativo, attraverso due analogie: rispettivamente, il monoteismo originario e il baratro kantiano della ragione. L’intento è sottrarre l’originarietà del pensiero di Schelling all’interpretazione, tanto razionalistica quanto irrazionalistica, che lascerebbe inspiegata, e quindi irrisoluta, la dualità delle due filosofie. Emblematico diviene in questo senso il ricorso alla prova schellinghiana dell’esistenza di Dio. Data la doppia natura del suo procedimento dimostrativo – quello a priori della definizione del concetto, che spetta alla filosofia negativa, quello a posteriori della denominazione dell’esistente, che spetta invece alla filosofia positiva – tale riprova consente a Pareyson di mostrare come vi sia, tra questi due processi razionali, opposti e diversi, una vera e propria soluzione di continuità. Essa è garantita proprio dallo stupore della ragione, attimo d’intermezzo, momento di sospensione; non definitivo al punto di rappresentare una rottura, né così istantaneo da dar luogo a una mera prosecuzione, esso permette di considerare il discorso filosofico, certamente non univoco, al tempo stesso come unitario. Le sue due parti – la filosofia negativa e la filosofia positiva – ruotano infatti attorno a questo stesso concetto di stupore, che permette dunque l’accesso alla sorgente del reale, al nucleo originario della filosofia nella continuità del suo discorso razionale.

  • Lo stupore della ragione in Schelling, in Un’idea e una realtà, a cura di A. Gargano, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Napoli 2007, pp. 555-571 
  • Luigi Pareyson, L’estetica di Fichte, Guerini e Associati, Milano 1997 

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