Napoli, 1° ottobre 1976
La teoria delle forme politiche e Giambattista Vico
Il seminario, tenuto in occasione dell’inaugurazione dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, si apre con una lunga introduzione di Pietro Piovani sulle ragioni e le finalità che hanno portato alla nascita dell’Istituto e al lungo cammino che lo attende.
La lezione di Norberto Bobbio è dedicata alla teoria delle forme politiche. Queste, insieme alla formazione degli Stati, corrispondono all’inizio della storia, perché prima di esse esistono forme di aggregazione, che però non sono forme di aggregazione politica, ma appartengono alla sua preistoria. La filosofia della storia comincia con le prime forme di governo. Attraversando le teorie di Aristotele, Polibio, Machiavelli, Bodin, Hobbes, Montesquieu ed Hegel, Bobbio giunge a ritrovare in Vico una prima innovazione: lo stato di natura, la fase preistorica o prestatale, non coincide con la dispersione e l’atomizzazione degli individui, ma con l’aggregazione primitiva rappresentata dallo stato delle famiglie. Queste costituiscono l’autorità oeconomika, distinta dall’autorità civile e da quella monastica, lontane dalla fase veramente preistorica dei bestioni. Bobbio riconosce in Vico un secondo elemento di innovazione, nella sostituzione dello schema classico del passaggio da una forma di governo all’altra – monarchia, aristocrazia, democrazia – con quello che si compie nella storia romana dallo stato delle famiglie all’aristocrazia, alla repubblica e, infine, al principato.
A differenza delle teorie politiche classiche, che avevano teorizzato una filosofia della storia coincidente con il passaggio delle forme politiche dalla migliore al loro negativo inteso quale forma intermedia, in Vico il passaggio avviene in un senso ciclico progressivo, che conta soltanto tre forme politiche, e non sei. Quelle che nella teoria politica classica costituiscono le forme di governo intermedie e che sono intese come degenerazioni, per Vico non sono forme distinte, rappresentando piuttosto il momento conflittuale di crisi e di rottura di una forma di potere politico e di governo. Questa concezione agonistica e antagonistica della crisi e del conflitto, introdotti come un momento non regressivo, ma progressivo di superamento di una determinata forma politica e di sviluppo del ciclo della storia, è per Bobbio uno dei maggiori tratti di modernità del pensiero politico e della filosofia della storia di Vico. A differenza del pensiero politico moderno, che vedeva nel conflitto un elemento di disgregazione dello Stato, Vico individua correttamente, secondo Bobbio, come siano proprio l’antagonismo e la pluralità dei centri di potere a rendere possibile il mantenimento della libertà. Laddove non vi è più conflitto, vi è la morte dell’individuo e l’affermarsi del potere assoluto e dispotico. Il potere dispotico è per eccellenza quello che non consente l’esistenza di alcun conflitto.
- Ferdinand Fellmann, La teleologia storica in Vico e in Kant, 11 febbraio 1980
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- Vittorio Hösle, Gianni Stelli, La teoria della cultura in G. B. Vico, 19-20 maggio 1989
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Contributi di M. Agrimi, G. Cacciatore, G. Cantelli, E. Coseriu, G. Crifò, P. Cristofolini, S. Gensini, G. Modica, S. Otto, A. Pennisi, S. Roic, M. Sanna, W. Schmidt-Biggemann, G. Tagliacozzo, J. Trabant, H. Védrine, D.P. Verene, P. Zambelli, Narr, Tübingen, 1995 - Donald P. Verene, Vico nel mondo anglosassone, a cura di M. Simonetta, La Città del Sole, Napoli 1995
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Contributi di M. Agrimi, G. Cacciatore, G. Calabrò, G. Cantelli, G. Costa, G. Crifò, A.M. Damiani, M. Danesi, B. Haddock, M. Martirano, G. Mazzotta, P.A. Meyers, S. Otto, M. Papini, G. Patella, L. Pompa, A. Pons, F. Ratto, M.J. Rebollo Espinosa, T. Rockmore, P. Rossi, G. Saccaro Del Buffa, S. Serrapica, J.M. Sevilla, M. Torrini, J. Trabant, R. Verdirame, A. Verri, J. Villalobos, F. Voltaggio. In appendice interventi di G. Arbore Popescu, E. Battisti, R. Buono, G. Cacciatore, M. Danesi, M. Dezzi Bardeschi, G. Ferri Piccaluga, G. Nomi, G. Saccaro Del Buffa, J.M. Sevilla. - Vico tra l’Italia e la Francia, a cura di M. Sanna e A. Stile, Guida, Napoli 2000.
Contributi di A. Atzeni, G. Belloni, S. Caianiello, G. Carillo, P. Girard, N. Grangé, P. Liberace, M. Martirano, R. Mazzola, A.-S. Menasseyre, N. Perullo, M. Pia, O. Remaud, A. Stile, P. Vighetti - Legge, poesia e mito. Giannone, Metastasio e Vico fra “tradizione” e “trasgressione” nella Napoli degli anni Venti del Settecento, a cura e con una presentazione di M. Valente, Aracne, Roma 2001.
Saggio introduttivo di Giuseppe Galasso. Contributi di R. Ajello, C. Campa, P. Cinque, F. Coscia, F. Cotticelli, L. Di Mauro, G. Ferroni, S. Gensini, T.M. Gialdroni, G. Giarrizzo, F. Lomonaco, P. Maione, M.T. Marcialis, R. Meyer, M.A. Pavone, G. Ricuperati, E. Sala di Felice, M. Valente, A. Ziino. In appendice: A. Sorella, Tre lettere autografe di Pietro Metastasio ad Anna De Amicis,
Pensar para el nuevo siglo. Giambattista Vico y la cultura europea, a cura di Emilio Hidalgo-Serna, José M. Sevilla, José Villalobos, La Città del Sole, Napoli 2001, voll. 3 - Giovanni A. Locanto, La stessa fiamma. L’idea d’eroicità in Bruno e Vico, con una nota introduttiva di Franco Crispini, Rubbettino, Soveria Mannelli 2001
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Vico e la teoria delle forme di governo, in Un’idea e una realtà, a cura di A. Gargano con la collaborazione di V. De Cesare, A. Martorelli e A. Tonini, Nella sede dell’Istituto, Napoli 2007, pp. 63-92.
[Ripresa del tema svolto nella conferenza del 2 ottobre 1976, in occasione dell’inaugurazione dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici]