Una grande impresa giornalistica e culturale settecentesca
Gli ultimi decenni del XVIII secolo e i primi del XIX sono un'epoca di eccezionale fecondità in Germania per la produzione di periodici letterari, artistici, di costume, politici, in un clima pervaso di elementi e influssi diversi, indice di un periodo di transizione, tra classicismo e romanticismo. Lunedì 3 gennaio 1785 esce a Jena il primo numero dell'Allgemeine Literatur-Zeitung, in pratica una rassegna esauriente e puntuale della produzione culturale tedesca e europea. La redazione della rivista è organizzata con elevati requisiti di modernità e dinamismo culturale e può contare su una vera e propria rete di corrispondenti in varie città, autori di tempestive e documentate recensioni. Oltre a opere letterarie di autori tedeschi e di altre nazionalità (con una significativa presenza di edizioni in originale o in versioni tedesche, spesso criticate severamente per la scarsa qualità della traduzione, di scrittori italiani, dai classici Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso fino a Goldoni, Metastasio, Parini), una eguale attenzione è riservata all'ambito scientifico in generale. Le uscite della rivista prevedono un'articolazione in tre sezioni, la prima riservata alle recensioni, pubblicate in forma anonima, di opere di teologia, diritto, medicina, filosofia, pedagogia, matematica, fisica, storia naturale, economia, tecnologia, storia, geografia, filologia, storia della letteratura, poesia, oratoria, musica, la seconda a notizie di letteratura e arte, la terza ad annunci di novità librarie. La periodicità è praticamente quotidiana, numerosi e frequenti supplementi – Intelligenzblatt, Ergänzungsblattern, Supplemente, Revision der Literatur - accompagnano la rivista. Un successo eccezionale di pubblico fa attribuire all'Allgemeine la reputazione di giornale più diffuso dell'epoca.
Fondatore e primo direttore è Friedrich Justin Bertuch (1747-1822), attivissimo e intraprendente poligrafo, traduttore di opere francesi e spagnole (tra cui il Don Quijote di Cervantes), imprenditore, ideatore e fondatore di molteplici altre prestigiose testate, tra cui il brillante Journal des Luxus und der Moden (1786-1822), le riviste politiche Nemesis (1814-1818) e Oppositionsblatt (1817-1820). Con Bertuch, oltre ad un qualificato comitato di redazione, collaborano strettamente i letterati e filologi Christoph Martin Wieland (1733-1813) e Christian Gottfried Schütz (1747-1832), dai quali era già stato assistito nel Teutschen Merkur. Dal 1804, nella nuova sede di Halle, Schütz viene affiancato nella direzione dal bibliotecario Johann Samuel Ersch (1766-1828).
Pur se coperti dall'anonimato, è stato possibile attribuire una paternità a molti degli interventi che la rivista ospita: Kant, Schlegel, Fichte, Humboldt, Bruno Bauer. Kant ad esempio, il cui peso e autorità intellettuale è molto rilevante soprattutto nei primi anni, tanto da far definire la rivista un vero e proprio organo del kantismo, proprio in apertura, nel 1785, è l'autore di due recensioni delle Ideen zur Philosophie der Geschichte der Menschheit di Herder, nel 1786 di Über Hufelands Grundsatz des Naturrechts e di altri numerosi contributi fino al 1801, A. W. Schlegel, collaboratore della prima ora, farà apparire proprio nel numero 5 della già citata Athenauem l’indice completo delle sue numerosissime recensioni, Humboldt interviene nel 1794 sul Woldemar di Jacobi, nello stesso anno Schiller, che aveva recensito nel 1788 l'Egmont di Goethe, manifesta il suo entusiasmo per il Taschenkalender auf das Jahr 1795 für Natur- und Gartenfreunde, all’interno di un numero del 1844 l'esponente della sinistra hegeliana Bruno Bauer liquida nello scritto Von den neuesten Schriften über die Judenfrage le idee liberali, il patrimonio del 1789, il socialismo.
Anche a seguito del trasferimento della sede del periodico da Jena a Halle, nel 1804, gli ambienti culturali di Jena promuovono una nuova rivista, con la finalità di contrastare l'egemonia culturale dell'Allgemeine. Il principale promotore della nuova iniziativa culturale concorrente, Goethe, chiama a dirigere la neonata Jenaische allgemeine Literatur-Zeitung il filologo classico Heinrich Karl Abraham Eichstädt (1772-1848). Le pubblicazioni della Jenaische cesseranno nel 1841. L’Allgemeine riuscirà a sopravviverle, terminando la sua esistenza nel 1849.