Diario della crisi

È possibile trovare le parole per esprimere lo smarrimento che proviamo, in questa sospensione del tempo attraversata da vertiginosi cambiamenti? Per dare voce all'esperienza della separazione dai nostri prossimi, che pure ci accomuna a tutti gli abitanti del pianeta? Per restituire le domande che ci poniamo, immersi in una sfera cognitiva dissonante, con la sensazione che ci sveglieremo da questo incubo in un mondo trasformato e da trasformare? Proviamo a trovare insieme queste parole.

Antonio De Feo - L'etica, la responsabilità e i nostri giorni

21 aprile 2020

 

 

“Lo sviluppo è libertà”, sostiene il premio Nobel Amartya Sen; esso sul piano dei valori deve contribuire all'eliminazione delle illibertà di cui possiamo soffrire in quanto membri della società. Lo sviluppo economico, sociale, politico e culturale è esso stesso libertà se diventa lo spazio appropriato non dell'utilità o del possesso dei beni fondamentali, ma il luogo delle libertà sostanziali, o la capacità di scegliersi una vita a cui è possibile dare un valore.

Tuttavia, non può esistere uno sviluppo senza un'etica, non può esistere uno sviluppo se esso non è contenuto dentro un orizzonte di valori condivisi e condivisibili, in cui una comunità si riconosce e per i quali è disposta a costruire la partecipazione e la condivisione. Questa etica è per le persone, serve, cioè, la causa dell'uomo, agisce per il suo bene, funziona solo se l'uomo ne è il protagonista e non il semplice fruitore. L'etica non è un Leviatano che contiene “l'istinto indistinto”, non è un mostro che controlla, attraverso il timore, l'agire dell'uomo. L'etica non è un riferimento ideale irraggiungibile, ma è alla portata dell'uomo, ne coglie il desiderio più profondo, lo abilita ad una libertà genuina, che lo libera e lo esalta. L'etica è una garanzia, non una rete protettiva o un argine capace di contenere la perdita di un sé rassicurante e conforme alle aspettative. Essa è, invece, una spinta, capace di far compiere un salto, far correre un rischio, capace di consegnare concretezza e pienezza alla vita, l'etica è un funambolo che si muove lentamente, in equilibrio, sul filo teso e sottile del tutto e sempre possibile.

La nostra epoca, la nostra società, la nostra economia, dice Aldo Masullo, sono il prodotto “di tre senza”: senza discernimento, senza memoria e senza coscienza. Queste mancanze, hanno messo l'uomo fuori dallo spazio e fuori dal tempo, fuori cioè dalle sue coordinate; per cui quest'uomo è disorientato e incapace di sentirsi dentro un orizzonte di significato. L'incertezza domina, accorciando sempre di più il tempo e allargando a dismisura lo spazio.

Proprio in questo tempo è possibile recuperare l'orizzonte dell'etica, quell'orizzonte che Martha Nussbaum tenta di riempire “creando capacità”, cioè immaginando libertà sostanziali, un insieme di opportunità di scegliere e di agire. Le capacità sono dunque le diverse combinazioni di funzionamenti che è possibile “fabbricare”.

La capacità è un tipo di libertà, non si riferisce semplicemente alle abilità della persona, ma anche alle libertà e opportunità create dalla combinazione di più facoltà personali: ambiente politico, sociale ed economico. Queste inclinazioni, queste capacità, queste libertà non sono innate, ma acquisite o sviluppate grazie all'interazione con l'ambiente sociale, economico, culturale, familiare e politico.

Tali “capabilità”, inoltre, non rispondono alla sola logica di una “libertà di” (di qualcosa) o di una “libertà da” (da qualcosa), ma richiamano l'uomo a cercare e realizzare la “libertà per”, cioè una libertà umanizzante e totalizzante, capace di liberare l'individuo dal rispetto di una morale del “devi perché devi”, per proiettarlo verso una morale del “tu devi perché hai a cuore la tua umanità”.

A pensarci bene questi giorni rappresentano l'occasione per ripensare l'impegno, l'etica e la responsabilità. Sono giorni in cui l'esperienza della segregazione ci dà l'occasione per ripensare meglio la libertà e il suo esercizio. Questo periodo è il momento giusto per riallacciare il legame con l'umanità intera e capire come la libertà individuale si esprima in relazione alla libertà degli altri, non subendo nessuna limitazione. La mia libertà, dunque, non finisce dove inizia quella dell'altro, ma si rafforza nell'incontro e si potenzia nella solidarietà. Questo tempo esige una nuova etica della responsabilità universale, capace di ricentrare il ruolo dell'individuo e le sue relazioni.

L'uomo è traghettato verso una nuova etica della responsabilità, dove agire è rispondere alla propria interiorità e alterità, dove fare è completare e realizzare, dove compiere è mostrare la via, l'orizzonte, la prospettiva.

Questa etica è risposta ad una credenza non soprannaturale, ma pienamente umana: “vi chiedo di crederci, non nella mia capacità di portare il cambiamento, ma nella vostra” (Barack Obama).



 

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