Giorgio Agamben, Massimo Cacciari
Vaccinazione: la responsabilità della scelta
Occorre riflettere sulla vergognosa situazione che si è venuta a creare con i decreti-legge che concernono la vaccinazione e il greenpass. Nessuna legge ha stabilito l’obbligatorietà del vaccino, tuttavia i cittadini sono spinti a vaccinarsi in ogni possibile modo, anche grazie all’ultimo decreto 105/2021, con l’esclusione dalla vita sociale. Lo Stato fa firmare al cittadino che corre a vaccinarsi un documento di consenso informato in cui dichiara al medico che lo vaccina che ha avuto tutte le informazioni utili sulle possibili conseguenze patologiche del vaccino e ugualmente presta il suo libero consenso alla vaccinazione («Acconsento ed autorizzo la somministrazione del vaccino»).
Ciò significa che lo Stato, che ha spinto il cittadino a vaccinarsi, non si assume alcuna responsabilità nella vaccinazione, poiché questa è posta in essere dalla libera scelta del cittadino, che prima di vaccinarsi deve attestare formalmente che tutto avviene per sua volontà e a seguito di informativa sui rischi esistenti. Questa ipocrita sottrazione alle responsabilità per le conseguenze, eventualmente anche gravissime, della vaccinazione è confermata anche dall’art. 3 del decreto legge, ora convertito in legge, n. 44/2021, detto di scudo penale, il quale statuisce che: «Per i fatti di cui agli articoli 589 e 590 del codice penale verificatisi a causa della somministrazione di un vaccino per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2, ……la punibilità è esclusa quando l’uso del vaccino è conforme...».
Come ha molto opportunamente osservato Giuliano Scarselli, ordinario di diritto processuale all’università di Siena, secondo ogni evidenza «lo Stato non si sente di rendere obbligatorio per tutti un vaccino che non ha terminato la sua sperimentazione e che può causare, come egli stesso ammette con l’art. 3 del dl. 44/2021, che espressamente richiama gli art. 589 e 590 c.p., la lesione o la morte del vaccinato; però, al tempo stesso, vuole che tutti si vaccinino. Se lo rendesse obbligatorio nel rispetto dell’art. 32 Cost. si assumerebbe la responsabilità di questa sua scelta e non potrebbe più contare sul consenso informato del vaccinato; lasciando al contrario la vaccinazione libera, lo Stato evita di assumersi ogni responsabilità, e ottiene il medesimo risultato con l’estensione del green pass, che di fatto induce tutti i cittadini a vaccinarsi per non essere esclusi dalla vita sociale».
È possibile immaginare una situazione giuridicamente e moralmente più abnorme? Come può lo Stato accusare di irresponsabilità chi scelga di non vaccinarsi, quando è lo stesso Stato che, per primo, declina formalmente ogni responsabilità?