Diario della crisi

È possibile trovare le parole per esprimere lo smarrimento che proviamo, in questa sospensione del tempo attraversata da vertiginosi cambiamenti? Per dare voce all'esperienza della separazione dai nostri prossimi, che pure ci accomuna a tutti gli abitanti del pianeta? Per restituire le domande che ci poniamo, immersi in una sfera cognitiva dissonante, con la sensazione che ci sveglieremo da questo incubo in un mondo trasformato e da trasformare? Proviamo a trovare insieme queste parole.

Quando la rivista inizia le pubblicazioni, nel 1932, raccoglie in pratica l'eredità dell'Archiv für Geschichte des Sozialismus und Arbeiterbewegung, creato e diretto da Carl Grünberg nel 1910, apparso per l'ultima volta nel 1931. All' Archiv, concepito sempre da  Grünberg, più che uno spazio per la discussione teorica tra esponenti del movimento operaio, come rivista specializzata nello studio dei fenomeni sociali,  avevano collaborato Lukács, Korsch, di cui nel 1923 era stato pubblicato Marxismus und Philosophie; Karl Mannheim vi aveva pubblicato nel 1930 il saggio Ideologie und Utopie cui aveva risposto nello stesso anno Ein neuer Ideologiebegriff? di Max Horkheimer. La stessa premessa, la promozione di ricerche sulla storia del socialismo e del movimento operaio, determina dalla sua nascita nel 1923, ad opera di Felix Weil, il programma dell' “Institut für Sozialforschung" (Istituto per la ricerca sociale) di Francoforte. Dall'inizio collaborano, oltre al citato Weil, lo stesso  Grünberg, direttore, i suoi due assistenti, Friedrich Pollock e Henryk Grossmann,  Karl August Wittfogel, poi Leo Löwenthal, borsista dal 1926 e, dal 1932, Herbert Marcuse. Nel 1928 la biblioteca, altamente specializzata, dell’Istituto comprende 37.000 volumi, 340 periodici e 37 giornali nazionali ed esteri, una sala di lettura  già frequentata     da 5000 persone. Nel 1930 viene chiamato alla direzione dell’Istituto Horkheimer, in sostituzione di Grünberg, gravemente ammalato (morirà nel 1940). La prima pubblicazione a vedere la luce sotto la nuova direzione sarà, nell’estate 1932, proprio la  Zeitschrift für Sozialforschung, concepita da Horkheimer come organo dell'Istituto, al servizio delle finalità della ricerca sociale (“cogliere i processi della vita sociale secondo il livello di volta in volta possibile ... concentrando sul suo problema una serie di scienze specialistiche”). La continuità con la serie precedente è assicurata dall'editore (Hirschfeld di Lipsia) e dalla veste grafica. Direttore responsabile e caporedattore  è Leo Löwenthal. Le novità risiedono in una più

ampia sezione saggistica (che ospita solo o in maniera prevalente ricerche di collaboratori dell'Istituto) e una sezione di recensioni di taglio diverso (strutturata per materie, dalla filosofia alla sociologia, alla psicologia, alla storia, all’economia). Si riflette anche sull’assetto della rivista il passaggio già avvenuto nell'Istituto sul piano dei contenuti programmatici dalla centralità delle tematiche legate alla storia del movimento operaio ad una prospettiva in cui trovino spazio tutti i settori delle scienze sociali.  A conferma ulteriore dei nuovi indirizzi, l'inaugurazione, il 16 febbraio 1929, nella sede dell'Institut für Sozialforschung, dell'Istituto psicoanalitico di Francoforte, che aveva tra i suoi collaboratori Erich Fromm.

Dall'inizio collabora alla ZfS, che esce con periodicità quadrimestrale,  Theodor Wiesengrund, ancora esterno all'Istituto, che firma le sue recensioni musicali con il doppio nome Wiesengrund-Adorno: la prima parte del suo contributo (Zur gesellschaftlichen Lage der Musik) compare nel primo numero con quelli di Horkheimer sulla crisi delle scienze nella società capitalistica, di Grossmann e Pollock sull'economia, di Fromm sulla psicologia sociale. I numeri successivi vedranno gli sviluppi delle analisi di Pollock sull'economia di piano, quelli di Grossmann sulla caduta del saggio di profitto, gli interventi di Löwenthal  (Zur gesellschaftliche Lage der Literatur) a favore una letteratura fondata sul materialismo, di Franz Borkenau sulla storia della filosofia nel periodo della manifattura, le inchieste condotte tra operai e impiegati in Germania. Il 13 marzo 1933 l'Istituto viene chiuso dalla polizia. In quello stesso anno la Librairie Félix Alcan di Parigi offre all'Istituto, trasferitosi a Ginevra, la possibilità di far uscire il secondo numero dell'annata, dopo che il precedente editore si è dichiarato indisponibile. Entra tra i collaboratori, in qualità di recensore ufficiale di filosofia, Marcuse, proseguono le inchieste, gli interventi di Horkheimer sul metodo dialettico, Adorno fa apparire nel 1936, sotto lo pseudonimo di Hektor Rottweiler, Über jazz. In quello stesso anno vengono pubblicati L'oeuvre d'art à l'époque de sa reproduction mécanisée di Walter Benjamin e La sociologie française contemporaine di Alexandre Koyré. Nel 1937 Benjamin diventa collaboratore stabile dell'Istituto, Horkheimer pubblica lo studio Traditionelle und kritische Theorie. Nel 1938 Wittfogel (Die Theorie der orientalischen Gesellschaft) espone i risultati dei suoi studi sulle società orientali, mettendo in relazione il modo di produzione asiatico con la società e il dispotismo orientali. Ulteriori saggi di argomentgo politico-sociale escono ad opera di Franz Neumann, Paul Felix Lazarsfeld, Raymond Aron.  

Dal numero 1 / 2 del 1940 la rivista, edita a New York direttamente dall’Istituto, assume il nome di Studies in philosophy and social sciences che manterrà fino alla fine delle pubblicazioni nel 1941. Appartengono a questa nuova serie i saggi Art and mass culture e The end of reason di Horkheimer del 1940, Hollywood and the european crisis  del regista di origine tedesca William Dieterle, Is a National Socialism a New Order? di Pollock, Some social implications of modern technology di Marcuse. 

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