Il libro:
Luciano Floridi, Il verde e il blu. Idee ingenue per migliorare la politica
Raffaello Cortina, Milano 2020
Brossura, 272 p.
ISBN 978-88-3285-168-7
Luciano Floridi studioso di fama internazionale, Luciano Floridi è professore ordinario di filosofia ed etica dell’informazione presso l’Università di Oxford, dove dirige anche il Digital Ethics Lab dell’Oxford Internet Institute, e dal 2021 insegna presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna.
È Turing Fellow presso l’Alan Turing Institute.
È stato, inoltre, titolare della cattedra UNESCO in Information Computer Ethics e Francis Yates Fellow presso il Warburg Institute di Londra.Al centro dei suoi interessi di studio ci sono la filosofia dell’informazione e l’etica del digitale, rispetto a cui le sue indagini sono pionieristiche e fondative, e a cui si associano le ricerche che concernono l’epistemologia, la logica e la filosofia dello scetticismo. Su questi temi ha scritto più di 150 contributi e molti dei suoi lavori sono stati tradotti in numerose lingue. Dal 2006 al 2010 è stato Presidente di IACAP (International Association for Computing And Philosophy). Nel 2009 è stato il primo filosofo ad essere eletto Gauss Professor dalla Accademia delle Scienze di Göttingen.
Nel 2011 è stato insignito della laurea honoris causa dall’Università di Suceava, in Romania, per le sue ricerche nel campo della filosofia dell’informazione. Nel 2012 ha guidato un gruppo di esperti convocato dalla Commissione Europea, al fine di valutare l’impatto delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione sulla società, nonché le trasformazioni del digitale in atto. Sempre nel 2012, ha ricevuto il Covey Award da parte di IACAP e, nel 2013, è stato insignito del Weizenbaum Award per i suoi contributi nel campo dell’etica dell’informazione.Ancora nel 2013 è stato eletto Fellow della British Computer Society ed è stato nominato membro dell’Académie Internationale de Philosophie des Sciences.Ha fatto parte del team scelto da Google per la gestione del “diritto all’oblio” imposto dalla Corte Europea.
Nel 2015 è stato eletto Fernand Braudel Senior Fellow dell’European University Institute e nel 2016 ha ricevuto il Copernicus Scientist Award dall’Istituto Universitario di Studi Superiori IUSS di Ferrara.
Autore del The Onlife Manifesto, Luciano Floridi ha coniato termini e fornito nuovi strumenti concettuali ed ermeneutici per comprendere il nostro presente, investito da quelle trasformazioni a cui il filosofo ha dato il nome di “Quarta rivoluzione”.
Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo: La quarta rivoluzione (Raffaello Cortina, 2017), Pensare l’infosfera (Raffaello Cortina, 2020) e Il verde e il blu (Raffaello Cortina, 2020).
Giovanni Leghissa insegna presso l’Università degli Studi di Torino. Dopo aver conseguito il Dottorato di Ricerca in Filosofia, ha compiuto studi di perfezionamento all’estero, in Germania e in Austria. Dal 1998 è membro della redazione della rivista aut aut e, attualmente, dirige la rivista online di filosofia Philosophy Kitchen.
È stato Visiting Professor e poi docente a contratto presso l’Istituto di Filosofia dell’Università di Vienna. Ha poi insegnato filosofia della cultura presso l’Università di Trieste e filosofia della scienza presso l’Università di Udine; dal 2009 al 2010 è stato Visiting Professor presso la Hochschule für Gestaltung di Karlsruhe.
Ha inoltre svolto attività seminariale presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
Al centro delle sue indagini ci sono fenomenologia, psicoanalisi, filosofia del postumano, epistemologia dell’economia e delle scienze umane, filosofia interculturale, pensiero ebraico contemporaneo e Postcolonial, Gender e Cultural Studies.
Ha inoltre curato l’edizione italiana di opere di Husserl, Derrida, Blumenberg, Overbeck, Tempels, Hall, de Certeau.
Attualmente sta lavorando a una rifondazione critica del rapporto tra epistemologia e ontologia a partire dalla nozione di enciclopedia.Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo: Il gioco dell’identità. Differenza, alterità, rappresentazione (Mimesis, 2005), Neoliberalismo. Un’introduzione critica (Mimesis, 2012), Postumani per scelta. Verso un’ecosofia dei collettivi (Mimesis, 2015).
Mitologie della ragione. L’antropologia della modernità quale difesa dell’Illuminismo
9 novembre 2020
Nel corso della sua esposizione, Luciano Floridi cita il caso del femore rotto considerato quale segno dell’inizio della civiltà. Generalmente, il riferimento a questo caso viene attribuito all’antropologa statunitense Margaret Mead. Pare, infatti, che alla domanda di uno studente su quale fosse il primo segno di civiltà di una cultura l’antropologa abbia risposto non menzionando un utensile o un qualsiasi altro strumento, bensì un femore rotto e poi guarito.
Un femore rotto e poi guarito è un femore di cui qualcuno si è preso cura: se nessuno avesse prestato soccorso e aiutato il malcapitato, probabilmente quest’ultimo non avrebbe potuto reperire cibo, proteggersi, scappare in caso di pericolo né recuperare l’utilizzo dell’arto.L’inizio della civiltà coinciderebbe, dunque, con un prendersi cura.Malgrado l’ampia diffusione, la veridicità di questa attribuzione è oggi messa in discussione. A ricostruire il dibattito e a confutare la citazione presumibilmente attribuita a Margaret Mead è la bioarcheologa e divulgatrice scientifica Stacy Hackner.
Per approfondimenti, si veda: https://stacyhackner.wordpress.com/2020/04/21/that-margaret-mead-quote/