Seminari dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

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Laboratorio Ernesto de Martino - Magia e civiltà, ieri e oggi

18-19 marzo 2025

Laboratorio
Laboratorio Ernesto de Martino
Magia e civiltà, ieri e oggi
In collaborazione con l’Associazione Internazionale Ernesto de Martino
A cura di Massimiliano Biscuso e Marcello Massenzio


martedì 18, ore 16

Massimiliano Biscuso (IISF)
Magia e civiltà nell’ itinerario intellettuale di Ernesto de Martino

Antonio Fanelli (Sapienza Università di Roma)
Magia e ricerca sul campo


mercoledì 19, ore 10
Martino Rossi Monti (Università di Zagabria)
Magia e civiltà moderna: il confronto con Eugenio Garin e Paolo Rossi

Anna Donise (Università Federico II Napoli)

Interpretazioni psicologiche della magia


mercoledì 19, ore 15.30
Fabio Dei (Università di Pisa)
Il cattivo ritorno della magia

Marcello Massenzio (AIEdM)
Conclusioni

 

Magia e civiltà è forse il più dimenticato fra i libri pubblicati da Ernesto de Martino. Trattandosi di un’antologia di scritti classici, è stato spesso considerato come un testo di servizio con una scarsa componente autoriale. Invece, lo possiamo oggi considerare come una tappa importante della riflessione demartiniana sulla magia, sia per la peculiare selezione di scritti che propone, sia per i suoi personali testi di commento. Questi ultimi sviluppano in particolare l’idea che la magia non può esser compresa se non in costante riferimento a un filone di “polemica antimagica” che ha percorso la storia culturale dell’Occidente, dalla fondazione del Cristianesimo alla rivoluzione scientifica e all’Illuminismo. Dunque, la magia si configura non come un “oggetto” da studiare per così dire positivamente, ma come concetto reattivo, che spinge in modo autoriflessivo a ripercorrere proprio quella storia, e in modi in cui in essa si è distillata una concezione della razionalità e dell’umanesimo. Il laboratorio, approfondendo alcuni aspetti di Magia e civiltà, intende riflettere sull’attualità del testo, anche rispetto alle forme “moderne” di magia, come quella dello Stato o della burocrazia o del culto del capo, cui de Martino stesso si riferisce nelle conclusioni del libro.