Riflessioni, fratture, permanenze
Autori vari
Prefazione di Marco Ivaldo
ISBN 978-88-7723-160-4
Pagine: 250
Anno: 2022
Formato: 11,5 x 19,5 cm
Collana: Costellazioni, 11
La categoria di “idealismo tedesco” sembra non più adeguata a definire la stagione della filosofia che va da Kant a Hegel, perché appare oggi viziata da una visione lineare e progressiva della storia della filosofia, che impedisce di coglierne ramificazioni e discontinuità, mettendo inoltre in ombra la sua portata critica. E tuttavia è impossibile prescinderne, sia perché fu una componente fondamentale della filosofia classica tedesca, sia perché fu oggetto di polemica da parte dei suoi critici. La stessa critica rappresenta un dispositivo concettuale decisivo, che attraversa tutta la filosofia classica tedesca, tanto la sua componente idealista, quanto quella che idealista non volle essere.
INDICE
Prefazione di Marco Ivaldo
Introduzione di Giovanna Sicolo, Silvestre Gristina, Giovanni Andreozzi
Sezione I
RIFLESSIONI
I risvolti problematici della gnoseologia kantiana: la rimozione del Ding an sich come apertura inevitabile alla stagione della filosofia classica tedesca di Ilaria Coppola
L’idealismo tedesco e la sua auto-critica. Fichte, il sistema trascendentale aperto di Giovanna Sicolo
Il problema della soggettività. Reinhold interprete di Fichte e Schelling di Simone Tarli
Sezione II
FRATTURE
Sinnlichkeit e Gattung: il confronto di Feuerbach con la filosofia hegeliana di Flavio Orecchio
Fine della filosofia: inizio della storia. I Prolegomena di Cieszkowski come sviluppo fichtiano della filosofia della storia di Hegel di Silvestre Gristina
Sezione III
PERMANENZE
La funzione della Wechselwirkung hegeliana nel sistema dialettico della natura nell’ultimo Engels di Mariarosaria Iovinella
Sul progetto di un’ontologia dell’essere sociale: da Lukács a Hegel di Giovanni Andreozzi
L’interpretazione di Karl Löwith del pensiero post-hegeliano come crisi della filosofia di Valeria Auletta
APPENDICE
Lo Schelling post-hegeliano di Paolo Vinci