Progetto: Fiorinda Li Vigni
Coordinamento: Emilia Marra
Redazione: Giulia Adabessa, Elisa Bellato, Elenio Cicchini, Irene Dal Poz, Giulio Gisondi, Vincenzo Fatigati, Emilia Marra, Wolfgang Kaltenbacher
Social: Elia Mantovani
Supporto tecnico: Mario Beghini, Fabiana Castiglione, Francesca Vittoria
A cura di Elisa Bellato
Luigi Pareyson (1918-1991) è stato uno dei maggiori filosofi italiani del Novecento e un influente esponente dell’ermeneutica contemporanea. Muovendo da una forma ontologica di esistenzialismo incentrata sul concetto di persona, le sue prime indagini hanno contribuito a rompere con la tradizione neoidealista di Gentile e Croce e hanno offerto un’interpretazione rinnovata delle filosofie sette-ottocentesche. Laureatosi a Torino con una tesi su Karl Jaspers, nella prima metà degli anni Quaranta Pareyson ha insegnato al Liceo classico di Cuneo. Il suo impegno politico militante, radicato nella costituzione del nucleo del Partito d’Azione nella provincia torinese, ha comportato, nel 1944, la sua sospensione dall’attività d’insegnamento e l’arresto da parte dell’ufficio della Federazione fascista. Dopo la guerra e un breve soggiorno a Pavia, nel 1952 Pareyson è a Torino, dove occupa la nuova cattedra di Estetica come docente ordinario di filosofia. Nel 1964 è succeduto al maestro Augusto Guzzo alla cattedra di Filosofia Teoretica dell’Università di Torino, che ha occupato sino alla fine della sua carriera accademica. Fra i suoi allievi più noti Umberto Eco e Gianni Vattimo. In campo editoriale, fra le numerose riviste e collane filosofiche da lui dirette e curate: la “Rivista di Estetica” creata nel 1956, l’“Annuario filosofico” fondato nel 1985 presso Mursia, la collaborazione con l’editore Bottega d’Erasmo. In seguito alla scomparsa dell’illustre filosofo, un gruppo di docenti, allievi, amici ed estimatori ha istituito, nel 1995, il Centro Studi Filosofico-Religiosi “Luigi Pareyson”. In concorso col suo maestro, Augusto Guzzo, Pareyson ha dato vita a una sede dell'Istituto in Torino, ospitata presso l'Accademia delle Scienze in piazza Statuto.
La lettura che Pareyson ha restituito della filosofia classica tedesca è andata dapprima approfondendosi in una forma di idealismo estetico incentrato sull’analisi, a motivo tragico-religioso, della nozione di esperienza. Tale lettura si è precisata grazie a un approccio metodologico e storiografico inteso a mostrare – sollecitando autori tra cui Kierkegaard e Pascal, Dostoevskij e Heidegger – nuove prospettive di comprensione di alcune tradizioni di pensiero, come l’idealismo, il primo romanticismo, nonché la teologia giudaico-cristiana. Ha mirato inoltre a offrire nuovi spunti di riflessione per comprendere l’apporto speculativo, al di là dell’interpretazione canonica offerta dalla storia della filosofia hegeliana, di filosofi quali Fichte, ma soprattutto Schelling. Il suo esistenzialismo a impronta ontologica l’ha poi condotto a elaborare, nel corso degli anni Quaranta e Cinquanta, una propria e autonoma concezione di ermeneutica, la quale si è dimostrata capace di coniugare l’orizzonte veritativo dell’interpretazione con un’ontologia della libertà che, nel suo sforzo di cogliere l’intimo rapporto di reciprocità tra l’uomo e l’essere, costituisce il contributo pareysoniano più incisivo alla storia del pensiero.
Sitografia
Per la biografia e le opere principali
http://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-pareyson
http://www.centrostudipareyson.it
http://www.pensierofilosoficoreligiosoitaliano.org
https://www.filosofiadellareligione.it-luigi-pareyson
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