Già nella Dissertazione per l’abilitazione all’insegnamento all’università di Jena (1801) Hegel aveva sostenuto la tesi rivoluzionaria “Contradictio est regula veri, non-contradictio falsi”. Per la prima volta veniva proclamata la necessità della contraddizione per la conoscenza della verità. Nella Differenza tra il sistema filosofico di Fichte e quello di Schelling Hegel giustifica la tesi della necessità della contraddizione e critica le filosofie di Kant e Fichte: mentre la riflessione (intelletto) ci offre una conoscenza astratta e contraddittoria, la speculazione (ragione) ci permette di cogliere il concreto, cioè l’assoluto, unificando e collegando tra loro le singole determinazioni e ricomponendo così l’unità dell’intero. Per Hegel la forma logica della proposizione è inadeguata a esprimere la verità, perché nel suo articolarsi in soggetto e predicato essa separa i due termini, li isola e pretende di unirli al tempo stesso per mezzo della copula ‘è’. L’inadeguatezza a esprimere il vero è attestata dai tradizionali principi logici di identità e di (non) contraddizione.
Hegel pensa tali principi non nella loro originaria formulazione aristotelica, bensì nella formulazione del Kant pre-critico, in cui il principio di identità (A=A), posto come principio delle verità di ragione, è pensato come principio di (non) contraddizione. Per poter determinare A devo predicare qualcosa di diverso da A, ad es. B (A=B) e questo sarebbe per l’intelletto contraddittorio: infatti, per pensare A nella sua concretezza dovrei porre a un tempo A=A e A=B (identità della identità e della non identità). Ma l’affermazione “A è B” è contraddittoria solo se si assume come principio di non contraddizione il puro principio di identità (Kant), perché in relazione all’autentico pensiero aristotelico “A è B” non è una contraddizione.
Hegel crede di ritrovare la sua stessa concezione della verità in Platone. Positivamente nel Timeo: nella proporzione analogica tra tre termini (A sta a B come B sta a C) gli opposti sono uniti dal termine medio. Negativamente nella seconda parte del Parmenide: le otto ipotesi distruggono le verità dell’intelletto e aprono lo spazio per la verità della ragione.
In Fede e sapere Hegel attacca la dottrina kantiana delle antinomie della ragione, interpretandola scetticamente: da un lato, riconosce che Kant ha dimostrato la necessità della contraddizione; dall’altro, lo accusa di «troppa tenerezza nei confronti delle cose del mondo», perché non solo il pensiero ma anche la realtà è contraddittoria.
Negli ultimi anni di Jena Hegel studia Aristotele: questo studio si mostra sia nel corso di Logica e Metafisica (1804-05), sia nel primo corso sulla Storia della filosofia (1805-06). Nella prima parte della Logica di Jena Hegel sposta il discorso sulla contraddizione dalle proposizioni ai concetti: i concetti sono in sé stessi contraddittori. Si pensi al “limite”: nel calcolo infinitesimale il limite è definito come grandezza infinitamente piccola: essa è quindi diversa da zero in quanto grandezza, ma è impossibile misurare tale differenza da zero, in quanto essa è infinitamente piccola: siamo dinanzi a una contraddizione. Per l’intelletto tale contraddizione è intollerabile. Ma questo è il suo limite. Al contrario, secondo Hegel, per conoscere la verità, l’intero, è necessario accettare la contraddizione: la ragione riesce a tenere insieme gli opposti in questo loro rapporto contraddittorio, supera la contraddizione e la risolve. Infatti l’Aufhebung non è rifiuto, ma accettazione, mantenimento dei contraddittori. Qui nasce e si sviluppa l'intera teoria hegeliana della dialettica.
Nelle Lezioni sulla storia della filosofia Hegel recupera in blocco la dialettica antica come dialettica della ragione, speculativa, a partire dai primi tentativi di Eraclito e Zenone fino a Proclo, passando per Platone e Aristotele.
Ora, conclude Berti, per la dialettica antica la dimostrazione si compie in virtù della contraddizione, ma in quanto tale la contraddizione deve essere tolta; per Hegel, al contrario, la contraddizione è necessaria e deve essere conservata, in quanto reale. Ma se la contraddizione è reale e addirittura necessaria, che ragione c'è per toglierla? Se essa può esistere anche per un solo istante, vuol dire che non c'è impedimento di natura logica alla sua esistenza. Ma allora dove va a finire la necessità del processo e il suo carattere dimostrativo? In effetti Hegel non ci offre mai nelle sue argomentazioni delle vere e proprio dimostrazioni. Piuttosto, la sua proposta segna il passaggio della filosofia da una struttura dimostrativa (che aveva sempre preteso di avere) a una forma quasi narrativa o addirittura, come nel caso del marxismo, attiva, rivoluzionaria.
- Hans Georg Gadamer, I presocratici, 10-21 gennaio 1983
Lezione del 10 gennaio
Lezione del 12 gennaio
Lezione del 13 gennaio
Lezione del 14 gennaio
Lezione del 17 gennaio
Lezione del 19 gennaio
Lezione del 21 gennaio - Riccardo Dottori, Hegel: per una logica del reale e della storia, 17-20 dicembre 1985
Lezione del 17 dicembre
Lezione del 18 dicembre
Lezione del 19 dicembre
Lezione del 20 dicembre - Theodore F. Geraets, Leggere la Logica di Hegel: microanalisi dell’inizio della dottrina dell’essenza, 8-11 gennaio 1986
Lezione dell'8 gennaio
Lezione del 9 gennaio
Lezione del 10 gennaio
Lezione del 11 gennaio - Franco Chiereghin, Logica e metafisica di Jena nell’evoluzione sistematica di Hegel, 3-7 febbraio 1986
Lezione del 3 febbraio
Lezione del 4 febbraio
Lezione del 5 febbraio
Lezione del 6 febbraio
Lezione del 7 febbraio - Remo Bodei, Hegel: figura e funzioni della filosofia, 3-7 marzo 1986
Lezione del 3 marzo
Lezione del 4 marzo
Lezione del 5 marzo
Lezione del 6 marzo
Lezione del 7 marzo - Vittorio Hösle, Problemi della logica hegeliana, 16-19 marzo 1987
- Guy Planty-Bonjour, La contradiction dans la philosophie de Hegel, 29 febbraio - 4 marzo 1988
Lezione del 29 febbraio
Lezione del 1° marzo
Lezione del 2 marzo
Lezione del 3 marzo
Lezione del 4 marzo - Pierre-Jean Labarrière, La téléologie hégelienne, 14-17 marzo 1988
Lezione del 14 marzo
Lezione del 15 marzo
Lezione del 16 marzo
Lezione del 17 marzo - Manfred Riedel, Hegel und der Anfang der griechischen Philosophie, 25-28 maggio 1988
Lezione del 25 maggio
Lezione del 26 maggio
Lezione del 27 maggio
Lezione del 28 maggio - Gwendoline Jarczyk, Pierre-Jean Labarrière, Hegel, une logique de la réflexion, 3-7 aprile 1989
Lezione del 3 aprile
Lezione del 4 aprile
Lezione del 5 aprile
Lezione del 7 aprile - Leo Lugarini, La discussione di Hegel sui principi logici, 26 febbraio - 1° marzo 1990
Lezione del 26 febbraio
Lezione del 27 febbraio
Lezione del 28 febbraio
Lezione del 1° marzo - Hans-Georg Gadamer, Hegel e il suo retroterra greco, 4-9 gennaio 1993
- Klaus Düsing, Hegel e l’antichità classica, 23-27 febbraio 1998
Lezione del 23 febbraio
Lezione del 24 febbraio
Lezione del 25 febbraio
Lezione del 26 febbraio
Lezione del 27 febbraio - Gaetano Rametta, Dialettica e sistema in Fichte e in Hegel 6-10 aprile 1998
- Marcello Sánchez Sorondo, Aristotele e Hegel, 7-11 giugno 1999
- Alberto Burgio, Momenti di storia della dialettica, 12-16 giugno 2006
Lezione del 12 giugno
Lezione del 13 giugno
Lezione del 14 giugno
Lezione del 15 giugno
Lezione del 16 giugno - Paolo Vinci, Gigantomachia intorno all’Uno. Hegel e Platone, in Hegel e i Greci, 11 novembre 2019
- Hegel interprete di Kant, a cura di V. Verra, Prismi, Napoli 1981
Contributi di R. Bodei, C. Cesa, L. Lugarini, G. Marini, V. Mathieu, L. Sichirollo, V. Verra - Hegel und die antike Dialektik, hrsg. von M, Riedel, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1990
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Contributi di G. Baptist, F. Biasutti, M. Bienenstock, L. Bignami, G. Bonacina, R. Bonito Oliva, G. Cacciatore, G. Cantillo, A. Carrano, F. Ciaramelli, M. D’Abbiero, E. D’Antuono, S. Dellavalle, C. De Pascale, F. Duque, L. Fonnesu, G. Gerard, V. Gessa-Kurotschka, A. Giugliano, M. Giungati, M. Ivaldo, W. Jaeschke, P. Kobau, V. Lopez-Dominguez, F. Menegoni, A. Nuzzo, F. Oncina Coves, G. Pinna, V. Pinto, G. Rametta, F.S. Trincia, P. Valenza, G. Varnier, V. Verra, J.L. Villacanas, N. Waszek. - Iris Harnischmacher, Der metaphysische Gehalt der Hegelschen Logik, Frommann-Holzboog, Stuttgart-Bad Cannstatt 2001
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